giovedì 25 giugno 2020

Americanate

Gianni Spagnolo © 200618
Il recente Post della Carla sulla Base Tuono di Passo Coe, mi ha fatto tornare in mente un appuntamento annuale che ricorreva in Valle negli anni sessanta e vedeva mobilitata tutta la bociarìa del paese, e non solo, ad assistere al prodigioso evento. Ne ignoro le ragioni militari, strategiche, tattiche o soltanto psicologiche che fossero, ma si trattava del passaggio per il centro del paese di una lunghissima colonna militare americana che trasportava verso il Plaut degli enormi missili montati su poderosi camion articolati. Sembrava tutto enorme, vuoi per le strade strette del paese, che per la nostra stessa dimensione fisica d’allora.
Enorme, tecnologico e fantastico.
Si, perché era ancora l’epoca che si molàvano le vache ala fontana e i luamàri costellavano il paese come i pissacàn i prà, perciò il contrasto fra la frugalità paesana e la potente tecnologia americana era assolutamente stridente. Sarà stato proprio questo l’effetto voluto e magari suggerito dalle nostrane autorità: quello di instillare nell’ingenuità di noi fanciulli e nel popolino tutto, l’ammirazione istintiva e la riverenza verso i nostri grandi alleati e signori. 
Apriva la colonna una campagnola di carbinijri con appeso un cartello con su scritto “INIZIO COLONNA”, casomai non l’avessimo capito. Dietro seguiva una lunghissima teoria di immensi camion color cachéta che trasportavano giganteschi missili della medesima tonalità. Alcuni missili erano a tòchi, perché troppo lunghi per un camion solo. Sopra c’erano dei ragazzoni in divisa che talvolta ci buttavano le caramelle o le peche, giusto per ribadire. Tremavano i vetri, tremavano le case, fremeva tutto il paese al passaggio risicato e sofferto di quegli sproporzionati e pesantissimi trattori. Noi, cioè la bociarìa dela Piassa, assistevamo rapiti a quella processione che si presentava ogni anno, mi pare verso la fine dell'estate perché andavano a fare esercitazioni dalle parti di Malga Zonta, dove si vociferava esserci una misteriosa base sotterranea. 
Eravamo rapiti in estasi a fotografare mentalmente quei missili e quegli eccezionali mezzi di trasporto siglati da misteriose cifre e numeri, che poi sarebbero stati il nostro acceso argomento di discussione dei giorni a seguire. Intanto la fantasia si librava nei cieli ad immaginare l'applicazione di quei maestosi ordigni. Finché arrivava la campagnola di coda con altri carbinijiri e il cartello di “FINE COLONNA”, casomai non si fosse capito. Quella processione rombante e tremolante faceva più crepe nelle case di quante ne abbia fatto poi il terremoto del ’76 e quelli prima.  Non era da chiedersi perché non filassero dritto per i Forni invece di voltar rento a Pedescala, salire in paese e poi scendere la pontara e reinmettersi sulla statale. Non so se ripetevano lo stesso copione anche in quel di Pedemonte, ma probabilmente sì, perché anche là c’erano italiani da impressionare, tanto più che erano stati ciapà col stciopo ;-). 
Certo è che così ci sentivamo ben protetti dai nostri prestanti e tecnologici alleati, che fra l’altro dovevano essere parenti di quei caubòi che ci propinavano a bocù al cine e nei fumetti. Ero là che tiravo gli occhi per individuare qualche indiano dal naso adunco con le trecce e le piume fra quei biondi ragazzoni sorridenti, ma invano. Io infatti preferivo le frecce ai missili, perché quelle ero capace di farle anch'io mentre i missili no; al massimo i pìroli per la cerbottana. in fondo m'erano più simpatici gli indiani, che avevano la nostra stessa tecnologia e vivevano allo stato semibrado come noi. E anche da militare ho preferito portare la penna. Ancamassa!
Non ho mai visitato la Base Tuono di Passo Coe; ci son passato accanto varie volte, ma senza particolari stimoli. Nemmeno dopo che vi hanno allestito il museo tematico. Conto però di andarci presto, se non altro a vedere se quella maestosità che avvertivo da bambino era effettiva o frutto della mia immaginazione e dei miei criteri dimensionali di allora. 


18 commenti:

  1. Caro Gianni, io ho quasi 70 anni e i miei ricordo di bambino ben impressi e chiari nella mia memoria ma non ricordo assolutamente che la sfilata degli Americano che andavavo a passo coe passassero per il parse. Io gli ho sempre visti passare per la statale. Non credo ci fosse stata la necessità di uscire dalla statale a pedescala per poi rientrarci a Ponte Maso. Per ccertezza ho anche chiesta ad altri di circa la mia età. Nessuno se lo ricorda

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  2. Eh no anch’io mi ricordo come Gianni la sfilata degli yankees attraverso il paese con la camioneta dei carabinieri in testa e quella malinconica di fine colonna. Era una festa e poi per giorni con i soldatini seconde, terze, quarte guerre mondiali!! Comunque seppi in seguito che avevano l’obbligo di occupare il meno possibile la strada allora statale 350. Non penso per questioni di traffico ma per problemi di deterioramento della stessa. Poi sulla stessa identica strada vennero i camion della cava .....ed iniziò la vera guerra!!

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    1. Può essere, ma non ho questi ricordi, come tanti altri del paese

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  3. Vi ringrazio per i vostri contributi, il confronto fa sempre bene. Anche perché in zona Alzheimer potrebbero venirmi preoccupanti paranoie ;-). Io ho ricordi nitidi del loro passaggio attraverso il paese almeno un paio di volte in direzione Nord. Non ho ricordi nella direzione opposta, per cui è probabile che il rientro avvenisse lungo la statale, avendo esaurito lo scopo dimostrativo all'andata. Può anche darsi che successive andate si siano svolte lungo la statale. I miei ricordi si collocano all'incirca negli anni 1967-69 e forse lo fecero per enfatizzare lo sbarco sulla luna. Sulla preoccupazione del deperimento della strada non ci scommetterei troppo, dato che un paese di sassi e calce non ne beneficiava di certo. Neanche per l'occupazione della carreggiata, visto che l'ingresso e l'uscita dai ponti comportava di fatto il blocco del traffico per mezza giornata. Ma penso che al popolino andassero bene allora anche queste giustificazioni, tanto lo spettacolo era gratuito.

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  4. Non credo proprio che lo sforzo di passare per Pedescala e San Piero servisse per dimostrare potenza o propaganda, non penso che mostrare i muscoli al numero esiguo di abitanti di San Piero e Pedescala potesse spostare l’indice di gradimento degli alleati o che servisse una colonna militare per enfatizzare lo sbarco sulla luna magari rischiando di infilare un missile dentro la macelleria Giacomelli o incastrarsi dentro il panificio da Piona. Se non si può credere al fatto del probabile depauperamento dell’allora S.S. 350 ritengo solo possibile un ordine imbecille di qualche graduato. Non sarebbe stato il primo.

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  5. sta matina a san Piero go interoela na 10ina de persone sui 70/75 anni e nessuno si ricorda del passaggio de sti americani par le vie del centro. Qlc ga dito che fursi qualche camion e camionetta, ma nessun missile su camion.

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  6. Caro Anonimo,io neanche ti pubblicherei,prima di tutto .Io sono Lorenzi Guido nato a S.Pietro nel 1951,a Luglio compio 69 anni,abitavo vicino a Gianni Spagnolo ,davanti ai cessi pubblici per capirsi.
    Mi ricordo BENE di una colonna militare con lunghi missili sui camion che arrivata in piazza voleva salire per la strada nova,ovvero fare il monte verso Rotzo e cosi' ha attraversato il paese.Penso era nella seconda meta' degli anni sessanta.Poi dovresti essere sicuro che le persone a cui hai chiesto fossero in paese durante l'estate.Se non ricordo male poi su
    in montagna si esercitavano a sparare con i cannoni .Giusto per salvare Gianni dall'Alzheimer.Se mi trovi a S.Pietro magari salutami cosi non sei piu' anonimo.Buona serata

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    1. Grazie davvero Guido per il tuo provvidenziale soccorso: stavo già prenotando una visita neurologica.
      Mettiamola così, altrimenti rischiamo l'incidente diplomatico con gli USA e con Trump è meglio non rischiare: non c'era nessun intento propagandistico, nessuna voglia di impressionarci, né retropensiero alcuno. Probabilmente stavano contemporaneamente asfaltando la SS.350 dalle parti dei Forni e perciò si sarà resa necessaria la deviazione per il paese. A quel tempi i 70/75enni di oggi stavano già lavorando e quindi non hanno visto un bel niente, perché mica li facevano di domenica i trasferimenti. Non mi ricordo invece che salissero a Rotzo, ma che proseguissero verso Rentolà, salvo non l'abbiano tentato in anni in cui eri bociassa tu.

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    2. Propongo un post in ricordo di Chechin e Gianni Campanaro e del loro servizio di trasporto scolastico ed in estate portavano gli operai agricoli in to the wild a lavorare per la forestale.Inizialmente un Furgoncino Volkswagen T1 credo azzurrino/grigio e poi le “corrierette” credo OM Lupetto bianche con profili verdi, due una più grande dell’altra. Mi ricordo che simpaticamente Gianni quando mi incontrava mi ricordava ridendo che era merito suo se io avevo potuto studiare!!!

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    3. Prime esperienze di GPS già in dotazione allora per fini militari e poi sdoganato a fini civili dalla Amministrazione Clinton.

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  7. Tanto per stimolare i neuroni! Facevo parte dell’allegra comitiva che la corrieretta guidata da Chechin di proprietà di Gianni Campanaro ci portava “ in to the wild”, ragazzi imberbi ed esperti boscaioli a lavorare nei boschi della Amministrazione Separata. Io ero imberbe e sul libretto di lavoro furono le mie prime marchette. Detto questo ricordo perfettamente un pomeriggio, ritengo in prossimità del Trugole, quando sentimmo il fragore di esplosioni o cannonate. Il buon Chechin mio tutor intercalando “frasi in codice” a rassicurazioni mi disse che c’erano esercitazioni degli americani in zona. Faccio controlli periodici, dolori vari ma non ancora Alzheimer! Qualcuno aggiunge qualcos’altro?

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  8. Non ho mai visto colonne militari scendere dalla pontara ma confermo colonne americane strada statale.

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  9. Ricordo che scendevo a ponte maso per vedere la sfilata dei americani, per la strada del paese mai visto e sentito niente, se fosse stato cosi, qualcuno, per esempio il fotografo ciaci avrebbe immortalato questo unico avvenimento.

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  10. Ciao.Sono AGOSTINO DALLA VIA (AGOS) nato a LUCONI 1954 .Frequentavo la prima elementare alle "SCOLE con la maestra ROSA GNATTA" mi ricordo che passarono questi camion con dei missili enormi proprio davanti al "PODOLO".Penso nel 1960.Altro non so' perché poi mi hanno "STRAPIANTATO" purtroppo a MILANO.CIAO A TUTTI I PAESANI

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  11. Ciao a tutti.Sono Carraro Adriano mi ricordo bene di questi missili .Anni 60 un giorno mi trovavo su a camprosà a un certo punto ho sentito un boato che ha fatto tremare la montagna. Dopo un po ho capito cosa era stato quel botto perchè da Vezzena sono arrivati diversi camion militari, uno aveva una rampa di lancio. Sarebbe lunga la storia di quello che è successo dopo,però posso dire con certezza che non erano americani,ma italiani della terza brigata missili di Portogruaro.Dico solo che i missili li lanciavano da Vezzena verso il Portule senza testata esplosiva e dovevano centrare dei quadratini che avevano sulla carte militari.

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  12. Adriano quanti anni avevi nel sessanta non é che vedi troppi film di guerra ciao Mario

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  13. Caro Mario negli anni sessanta avevo 14-16 anni perciò mi ricordo benissimo anche perchè andavo spesso in montagna quando c'erano i militari sopratutto perchè mi davano la cioccolata altro che film di guerra.

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  14. D’accordo ci andavo anchio per ricevere le galette dai militari ciao Mario

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