venerdì 30 novembre 2018

Le foto curiose di Guido Lorenzi

Vi invio due foto curiose scattate in questi giorni a Campolongo, quando è sceso il sole era -7°!
La prima la intitolerei: "scherzi della natura violentata dal vento", visto che sembra ci sia un uomo seduto, l'altra: "funghi novembrini".
Guido Lorenzi


Da sperare che possa esserci la possibilità che venga utilizzato anche da noi per alleviare un po' di fatiche e stringere i tempi

Le uova come moneta corrente

Qualche anziano lo ricorda ancora: quando soldi in casa non se ne vedevano, molte merci di prima necessità (olio, farina, un po’ di zucchero, riso), si compravano barattando le uova. Soprattutto nell'economia della montagna, il pollaio era la “musìna” delle donne.
Abitualmente, le offerte alla Chiesa erano date in uova. Quando il parroco passava a benedire le case, sul tavolo della cucina ripulito, si poneva una tovaglietta bianca, con un bicchiere d’acqua benedetta nella Settimana Santa, un rametto di ulivo (si teneva da parte la “palma”), due candele accese (benedette il giorno della Candelora), e un piatto fondo con tante uova quanti erano i componenti della famiglia. Il sagrestano era incaricato di portarle in canonica con il “dèrlo” (cesto portato sulla schiena), imballandole nella paglia.
Dal momento che le uova delle offerte erano sempre molte, dalle canoniche passavano, anche settimanalmente, “i ovaròli”, mercanti che le vendevano nelle città e nei grossi paesi.


 (Comunità dei Cimbri)

Gli scatti di Ivan Mosele - Gipeto


giovedì 29 novembre 2018

Il Grillo Giallo a Fusine di Posina

Potrei intrattenervi per tutta la notte nel raccontarvi gli incontri, le discussioni, gli scambi di opinioni, le amicizie e i silenzi vissuti assieme alle persone che mi hanno fatto regalo della loro presenza nel mio Bed&Breakfast.
Umanità variegata e variopinta; umanità gioiosa e dolente; umanità riflessiva e in cammino.
Donne e uomini, giovani e vecchi, italiani e stranieri, ciascuno con la propria storia, con il proprio zaino pieno di vita: e qui, in Contra' Grilli ciascuno di loro ha lasciato la propria impronta. Dialoghi per lo più dettati dalla lentezza che la Val Posina insegna, altri veloci e sfuggenti nei quali riconoscevo l'amore per la vita schiva. Ricordo gli abbracci ricevuti che mi facevano arrossire, le strette di mani forti e gagliarde, la fatica di alcune partenze... la mia fatica nel vedere certe partenze.
Rammento le albe trascorse nel guardare assieme a persone sconosciute il Pasubio: incanto che si faceva subito conoscenza, stupore che apriva il cuore e l'animo alla reciproca e rispettosa conoscenza.
Quanta vita è passata per Contra' Grilli in questi anni: belle persone con belle storie!
Come non pensare a Renata che nello stadio terminale della sua malattia aveva deciso di trascorrere qui l'ultima vacanza con la sua famiglia. Che donna: consapevole dell'urgenza che la morte la voleva per sè; arrendevole senza cedimenti emotivi.
E quel ragazzino dodicenne, appassionato della Prima Guerra Mondiale, aveva ricevuto dai genitori per la promozione scolastica, un soggiorno da me: per scalare e conoscere il Pasubio. Veniva dall'Abruzzo, non conosceva Mario Rigoni Stern: nella piccola libreria vicino alla sua camera c'era Il sergente nella neve: l'ha letto in due notti.
C'era chi veniva per isolarsi dal mondo, per cercare silenzio.
Altri che venivano per cercare tracce dei propri avi. C' era chi veniva per amarsi: quanta tenerezza e passione ho visto correre sotto i miei occhi: lì c'era il seme della vita!
Ricordo Fabrizio, traduttore di libri: a lui chiedevo di leggermi le poesie di Anna Achamatova in lingua originale. Con Margherita condividevo i segreti per impastare e fare il pane. Con molti dei miei ospiti ho trascorso le rare serate tiepide agostane a guardare le stelle.
Davanti alla stufa accesa invece, ho trascorso qualche umida e fredda mattinata di maggio con due vecchi fratelli emiliani: un loro pro zio aveva fatto la guerra sul Pasubio ed aveva fatto ritorno a casa: raccontando a loro che erano bimbi quanto aveva visto, vissuto e sofferto. Erano ben attrezzati e allenati: le 52 gallerie erano il loro obiettivo... ma non sono riusciti a percorrerle: il più giovane dei due non ha retto all'emozione. Più saliva e più piangeva: la storia non l'aveva semplicemente letta, ma l'aveva ascoltata da chi l'aveva vissuta.
Quante storie, quanti intrecci... e la piccola Elena innamorata del mio orto: si toglieva i sandali per entrare ed accarezzare le verdure.
Il Grillo Giallo chiude e le impronte della bella umanità passata, rimarranno impresse nelle anime di coloro che, nella sfuggevolezza dell'arcobaleno, han saputo donare parole e abbracci.
E semi di pace.
Grazie a tutti voi!
Irma 

Ridiamo un po'... per non piangere...

Se a qualcuno può interessare...

(segnalato da Riccardo Stefani)

Gli scatti di Ivan Mosele - poppatina in quota


Indubbiamente fa parte della loro cultura, però sono comunque gesta da apprezzare e che fanno... sbollentare un po'... qui da noi fra aerei, treni e quant'altro... sarebbero perennemente genuflessi! ;-)

(segnalato da Riccardo Stefani)

domenica 25 novembre 2018

La pagina della domenica


LA RIFLESSIONE




LA POESIA

Sarà pur spoglia la sera questa sera
a rimuginare pensieri non graditi
a farsi fredda come una candela
sciolta in altre vite

Da dove viene la rosata spina
che non teme il tempo
arriva a conficcarti dentro
schegge di dolore antico

Sarà pur bella la sera questa sera
di nebbie soffuse ben vestita
si specchia con lo sguardo altero
nel cielo misterioso ed infinito

Da dove viene la tristezza gentile
che mi fa piangere e non so per cosa
tiene sospesi i giorni lucenti
come stelline di natale

E' ancora presto
e le lascia spente ...

Francesca Stassi


LA FRASE

Quando il perchè è troppo forte, il come si trova sempre



IL PROVERBIO

Da Santa Caterina... se no la ghe xè ala sera... la ghe xè ala matìna! 


LA FILASTROCCA



Recupero legname schiantato - il Trentino adotta il "bosco svizzero"




I problemi sono due: reperire fondi per la piantumazione del nuovo bosco e trovare il sistema per la raccolta del legname dopo lo schianto subito durante la recente calamità, per il quale il Trentino ha aderito alla tecnica del “Bosco svizzero”. Una tecnica che in terra elvetica coordina e opera da decenni in perfetta sicurezza. Otto istruttori forestali svizzeri sono presenti per illustrare gratuitamente ai colleghi italiani l’esperienza che poi le imprese boschive dovranno praticare. Potrà l’esempio trentino essere utile anche per le regioni confinanti?


Un omaggio alle nostre montagne


In piedi, Signori!


Per tutte le violenze consumate su di lei
per tutte le umiliazioni che ha subito
per il suo corpo che avete sfruttato
per la sua intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata
per la libertà che le avete negato
per la bocca che le avete tappato
per le ali che le avete tagliato
per tutto questo
in piedi, Signori, 
davanti a una Donna.

William Shakespeare
 



25 novembre - giornata internazionale contro la violenza sulle donne



25 novembre - giornata internazionale contro la violenza sulle donne



Permesso, grazie, scusa”, tre parole per l’armonia (papa Francesco). Il fenomeno vorticoso della violenza sulle donne è oggi è quanto mai da comprendere e sconfiggere, ma per far questo occorre ridefinire i rapporti tra i due sessi in una relazione di rispetto e reciproca comprensione. Occorre riflettere sugli stereotipi di genere per cercare se esistono possibili legami con la violenza nei confronti delle donne. Esistono evidenze che dimostrano la necessità di promuovere una cultura della prevenzione e della non-violenza. La data storica del 25 novembre, istituita dall’Onu nel 1999, è momento importante per riflettere.





***LA VIOLENZA È L'ULTIMO RIFUGIO DEGLI INCAPACI***


il numero antiviolenza sulle donne è:
1522




Donne: una violenza ogni 3 giorni


sabato 24 novembre 2018

Lei si diverte a fotografare da nord a sud e da est a ovest e io... senza far fatica le rubo le più particolari... ma lo sa che sono una ladra da assolvere con formula piena ;.)


foto di Cinzia Giacomelli

Buon fine settimana a tutti


Spesso e volentieri il buon senso è in passeggiata...


Vorrei senza polemica poter segnalare che i lavori nel Viale dei Martiri a Pedescala sono stati terminati a giugno scorso, ma dietro all'edificio delle ex scuole elementari giacciono ancora da mesi rami e radici tagliate dalla base delle piante.
Credo che un buon lavoro comprenda anche la pulizia, e questo spettava alla ditta che ha eseguito i lavori o comunque essere sollecitata a farlo dall'Amministrazione Comunale che ha appaltato i lavori. 
Altresì penso che la collocazione dei segnali stradali, come da foto, avrebbe avuto bisogno di un po' più di buon senso.
Lucia Marangoni 
 






Il pensiero di Alberto Leoni

GdV

venerdì 23 novembre 2018

Sarà vero?

 

 

Cosa si nasconde dietro le coppie felici su Facebook


Ogni giorno, su Facebook, assisti a un gran numero di effusioni e smancerie. Alcune coppie fanno di tutto per farti sapere quante volte vanno a cena fuori, i fiori che si regalano, i nomignoli che usano, quanti regali si scambiano, cosa hanno fatto per l’ultimo anniversario… e non mancano dediche, poesie e frasi struggenti.
Wow!Sembra quasi che lei voglia farti sapere che è la ragazza più fortunata del mondo e lui voglia mostrare a tutti quanto è innamorato (o viceversa!).
Se hai uno spirito irrimediabilmente romantico, potresti trovare tutto questo molto dolce, ma in realtà non lo è affatto. A dare la sentenza sono stati diversi studi, in primis quello del team di ricerca dell’Albright College, in Pennsylvania.

 

L’overshering delle “coppie felici” su Facebook è indice di insicurezza e instabilità emotiva dei componenti della coppia.

Il team di ricercatori, esperto in dinamiche relazionalipsicologia e comportamenti sui social network ha condotto un’indagine chiara.
Per questo studio, i partecipanti (coppie dal post facile) sono stati invitati a completare, individualmente, un sondaggio. Le domande vertevano sul comportamento adottato su Facebook e le motivazioni che inducevano a postare determinate cose. I ricercatori si sono soffermati soprattutto su tratti delle personalità individuale piuttosto che sulle dinamiche di coppia.
Con i sondaggi hanno rilevato che le coppie più in vista su Facebook sono anche le meno solide. Chi manifesta il suo amore su Facebook, in modo esagerato, incarna tratti di personalità ansiosa, insicura e che più facilmente tende a scoraggiarsi.
I ricercatori hanno concluso che queste coppie utilizzano Facebook per diminuire le paure e le insicurezze che nutrono all’interno del rapporto.
Una seconda sentenza arriva dalla sessuologa Nikki Goldstein, esperta in dinamiche nei rapporti di coppia. Per la sessuologa:

 

«Condividere troppi post ‘di coppia’ potrebbe nascondere dei problemi. Spesso, infatti, chi esagera con certi contenuti lo fa solo perché poco convinto, o turbato, dalla propria relazione sentimentale, e quindi cerca l’approvazione degli altri sui social media»

Questo atteggiamento, stando alla sessuologa, sarebbe legato a una scarsa autostima. Tale insicurezza di fondo, per essere superata, necessita dell’approvazione altrui. Con i Like e i commenti, l’individuo riceve i consensi necessari per sopravvivere all’interno della coppia, superando così i dubbi che nutre  sulla scelta del partner.

Altri fattori da considerare

Le ricerche hanno concluso che le coppie più in vista su Facebook sono le meno solide nella vita privata ma questa generalizzazione è pericolosa. In realtà, anche dai sondaggi si capisce che l’instabilità non riguarda necessariamente la coppia ma il singolo individuo. Una instabilità emotiva può essere legata a tanti altri fattori e non indica necessariamente che la coppia è poco unita.
L’oversharing potrebbe essere legato alla paura di essere abbandonato, di non essere all’altezza della relazione, potrebbe celare sfumature narcisistiche e tanti altri fattori di natura compensatoria. Insomma, generalizzare è impossibile.
Per chiarezza, riporto alcuni esempi.
#1 Ecco l’esempio di una coppia unita, che nella vita quotidiana vive le gioie delle piccole cose, ma che, nonostante questo, sente il bisogno di consolidarsi su Facebook.
In questo contesto, uno o entrambi i componenti della coppia può aver avuto un vissuto difficile in cui i genitori  non si amavano e vi erano costanti screzi. In questo caso, uno dei componenti della coppia potrebbe sentire il bisogno di mostrarsi felice su Facebook. Niente di così instabile: è un modo per dimostrare al proprio inconscio che non commetterà l’errore dei suoi genitori.
Si tratta di una compensazione inconscia molto comune tra chi ha genitori divorziati o è consapevole di tradimenti tra gli stessi genitori.
#2. Ecco l’esempio di una coppia unita, molto complice nella vita quotidiana, ma che comunque sente il bisogno di consolidarsi su Facebook per altri meccanismi compensatori.
In questo scenario, la coppia usa la sua felicità per compensare  altre mancanze della vita. Magari, uno o entrambi i componenti della coppia non sono soddisfatti della vita lavorativa o della situazione socio-economica e così compensa mostrando quanto invece la sua via sentimentale sia ben consolidata.
E’ anche vero che è luogo comune pensare che l’amore vince su tutto. Quindi questa potrebbe essere usata come strategia anche da coppie non innamorate, per compensare la mancanza di complicità. Insomma, come premesso le generalizzazioni sono impossibili e ogni caso ha una storia a sé!
psicoadvisor-fb



Rubo a Gino questa foto che ha scattato al confine italo-svizzero. Fantasia tutta italiana ;-)


Curiosità


 
QUALITA’ DELLA VITA IN ITALIA

PROVINCE IN COLORE
VICENZA, DOVE TI VEDO?

Classifica elaborata da Italia Oggi e l’Università La Sapienza di Roma
e diffusa il 19 novembre 2018-11-19

segnalata da Domenico Giacon

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...