Qualche anziano lo ricorda ancora: quando soldi in casa non se ne vedevano, molte merci di prima necessità (olio, farina, un po’ di zucchero, riso), si compravano barattando le uova. Soprattutto nell'economia della montagna, il pollaio era la “musìna” delle donne. Abitualmente, le offerte alla Chiesa erano date in uova. Quando il parroco passava a benedire le case, sul tavolo della cucina ripulito, si poneva una tovaglietta bianca, con un bicchiere d’acqua benedetta nella Settimana Santa, un rametto di ulivo (si teneva da parte la “palma”), due candele accese (benedette il giorno della Candelora), e un piatto fondo con tante uova quanti erano i componenti della famiglia. Il sagrestano era incaricato di portarle in canonica con il “dèrlo” (cesto portato sulla schiena), imballandole nella paglia. Dal momento che le uova delle offerte erano sempre molte, dalle canoniche passavano, anche settimanalmente, “i ovaròli”, mercanti che le vendevano nelle città e nei grossi p...