Frequento la Cina da
parecchi anni e ne ho seguito la rapidissima evoluzione specialmente nel corso dell’ultima
decina. Quella cinese è una realtà complessa da descrivere e classificare, anzi, è un
coacervo di situazioni diverse e spesso incoerenti e contrapposte fra loro, che
finora però s’erano sviluppate nel solco dell’evoluzione che il nostro mondo aveva
già sperimentato durante lo scorso secolo. Vedevo dunque questa immensa fucina
sociale come dei flashback su quello che anche noi eravamo stati, ovviamente con
tutte le eccezioni dovute all’innegabile divario di cultura, mentalità e
situazioni socio-politiche.
Ora mi sembra che la
Cina, da paese inseguitore, si stia velocemente trasformando in una società che
sperimenta schemi e dinamiche innovative che condizioneranno anche il nostro avvenire,
e non solo nell'ambito strettamente materiale, come peraltro già avvenuto.
La particolare
situazione sociale e politica di questo popoloso paese, consente infatti comportamenti e condizionamenti di massa che difficilmente sarebbero replicabili dalle nostre parti su queste scale. Il progressivo assottigliarsi dei
margini di controllo democratico, rende tuttavia prevedibile che anche nell’Occidente
pasciuto e stanco si impongano stili di vita e comportamenti sociali che
costituiscano terreno fertile per un controllo sempre più generalizzato e pervasivo
sui nostri comportamenti quotidiani, individuali o collettivi che siano (diciamo pure che ci siamo già immersi).
Ne è un eloquente
preludio il progetto di classificare i comportamenti sociali dei cittadini, il
cosiddetto “Citizen Rating” che
sta prendendo velocemente piede in Cina; per ora su base volontaria in ragione
dell'erogazione di incentivi, ma che già dal 2020 è destinato a diventare obbligatorio.
Non mi dilungo ad
illustrarne il funzionamento, ma delego l’incombenza alla più competente penna
di Enrico Verga riportando il suo articolo qui in calce.
G.S.
In Cina si
sperimenta il “rating” per ogni cittadino.
Basato su comportamenti, consumi, e perfino sulla vita “social”.
Basato su comportamenti, consumi, e perfino sulla vita “social”.
di Enrico Verga
- 28 Novembre 2017
Nella storia umana recente la
Cina può essere considerata il più grande laboratorio per progetti d’ingegneria sociale. Consideriamo la
legge del figlio unico: sulla carta una soluzione efficace per mantenere la
popolazione stabile. Nella realtà ci furono milioni di aborti femminili e oggi oltre 60 milioni di giovani cinesi non trovano
moglie (come riporta l’università di Harvard).
Ora la Cina si
lancia in un nuovo esperimento e, per molti
aspetti, potrebbe essere il padre di tutti gli esperimenti d’ingegneria
sociale. Il progetto vede la sua definizione nel 2014 ma solo di recente ha
cominciato a far parlare di sé oltre la muraglia.
Nel 2014 un anonimo ordine del giorno nell’organo di governo cinese riporta sulla “Creazione di una proposta di attuazione per la costruzione di un sistema di credito sociale". La visione del governo cinese è che sia necessario definire una soluzione di rating, o di valutazione, di ogni singolo cittadino. Chi mette la tecnologia? Per trovare dei validi partner il governo cinese ha dato mandato a 8 gruppi tecnologici perché producano dei progetti pilota per soluzioni efficaci. Non è difficile immaginare che alcuni giganti dell’Hitech saranno le realtà emergenti che guideranno il futuro “social network” di stato.
Prima di tutto abbiamo il China Rapid Finance, partner di Tencent e sviluppatore della app Wechat con oltre 850 milioni di utilizzatori (di cui la maggioranza sono cinesi).
All’interno della galassia di AFSG c’è il colosso Alipay, l’azienda di cui i cinesi usano l’applicazione per le più svariate spese: acquisti online, ristoranti, taxi, rette scolastiche, biglietti del cinema e anche trasferimenti di denaro tra utenti. Sesame credit si è anche alleata con altre piattaforme che acquisiscono e gestiscono big data. Didi Chuxing, la Uber cinese, e Baihe, la piattaforma di incontri più grande della Cina.
Non è difficile comprendere come, con tutti questi partner, la soluzione di Sesame credit possa avere bastanti dati per creare un sistema di rating sociale efficace. I 5 parametri di analisi che Sesame Credit utilizza sono molto più inquietanti. I cittadini sono misurati su una base di punteggio che va dai 350 ai 950 punti. Alibaba non rivela quale siano gli algoritmi alla base di questo punteggio, tuttavia ne ha reso pubblici i 5 parametri.
Il primo è la storia creditizia: se i cittadini pagano le bollette elettriche o telefoniche in tempo. Il secondo l’abilità a rispettare gli obblighi contrattuali. Il terzo parametro è legato a indirizzi, cellulari e altre coordinate. Il quarto è legato a comportamenti e preferenze.
Facciamo alcuni esempi, considerando le abitudini di spesa.
Carota o bastone? Come convincere i cittadini ad aderire al progetto pilota? Le soluzioni sono due, carota o bastone. La carota sono gli incentivi.
Quando nel 2020 il governo cinese renderà questo sistema di rating sociale obbligatorio le cose cambieranno molto.
Nel 2014 un anonimo ordine del giorno nell’organo di governo cinese riporta sulla “Creazione di una proposta di attuazione per la costruzione di un sistema di credito sociale". La visione del governo cinese è che sia necessario definire una soluzione di rating, o di valutazione, di ogni singolo cittadino. Chi mette la tecnologia? Per trovare dei validi partner il governo cinese ha dato mandato a 8 gruppi tecnologici perché producano dei progetti pilota per soluzioni efficaci. Non è difficile immaginare che alcuni giganti dell’Hitech saranno le realtà emergenti che guideranno il futuro “social network” di stato.
Prima di tutto abbiamo il China Rapid Finance, partner di Tencent e sviluppatore della app Wechat con oltre 850 milioni di utilizzatori (di cui la maggioranza sono cinesi).
Il secondo è Sesame Credit, gestito da Ant Financial Services Group (AFSG), un affiliato della compagnia Alibaba. Ant Financial vende prodotti assicurativi e fornisce prestiti a piccole e medie attività imprenditoriali (es. negozi, ristoranti etc..).
All’interno della galassia di AFSG c’è il colosso Alipay, l’azienda di cui i cinesi usano l’applicazione per le più svariate spese: acquisti online, ristoranti, taxi, rette scolastiche, biglietti del cinema e anche trasferimenti di denaro tra utenti. Sesame credit si è anche alleata con altre piattaforme che acquisiscono e gestiscono big data. Didi Chuxing, la Uber cinese, e Baihe, la piattaforma di incontri più grande della Cina.
Non è difficile comprendere come, con tutti questi partner, la soluzione di Sesame credit possa avere bastanti dati per creare un sistema di rating sociale efficace. I 5 parametri di analisi che Sesame Credit utilizza sono molto più inquietanti. I cittadini sono misurati su una base di punteggio che va dai 350 ai 950 punti. Alibaba non rivela quale siano gli algoritmi alla base di questo punteggio, tuttavia ne ha reso pubblici i 5 parametri.
Il primo è la storia creditizia: se i cittadini pagano le bollette elettriche o telefoniche in tempo. Il secondo l’abilità a rispettare gli obblighi contrattuali. Il terzo parametro è legato a indirizzi, cellulari e altre coordinate. Il quarto è legato a comportamenti e preferenze.
Facciamo alcuni esempi, considerando le abitudini di spesa.
Carota o bastone? Come convincere i cittadini ad aderire al progetto pilota? Le soluzioni sono due, carota o bastone. La carota sono gli incentivi.
Quando nel 2020 il governo cinese renderà questo sistema di rating sociale obbligatorio le cose cambieranno molto.
“Qualcuno che
gioca ai videogiochi per 10 ore, per esempio, è considerato una persona
indolente” spiega Li Yingyun, direttore tecnologico di Sesame “qualcuno che compra spesso pannolini sarà probabilmente un genitore,
che ha un bilancio di spesa equilibrato e quindi maggior senso di
responsabilità”.
La quinta categoria si
riferisce alle relazioni personali e amicali. Traccia
le scelte in materia di amicizia on line, e le interazioni tra l’osservato e i
suoi contatti (per fare un paragone con Facebook potremmo dire i “like” e i
“commenti”). Ad Alibaba dichiarano, come riporta Quartz, che qualunque cosa
negativa postata sui social media non influenza il punteggio (difficile poter
controllare se dicono il vero considerando che il sistema di calcolo del
punteggio è segreto!).
Sesame credit, nel caso si raggiungano i 600 punti,
permette di avere un prestito a Just Spend fino ad un massimo di 5000 yuan
(circa 700 euro), da spendere (ovviamente) su siti di commerce del
gruppo Alibaba. Se si raggiungono i 650 punti si può noleggiare un auto senza
lasciare un deposito oppure fare un fast checkin in Hotel e usare il checkin
per Vip all’aeroporto di Beijing. A 750 punti si ha un processo di applicazione
e accettazione di una pratica Visa per la area Schengen (Unione Europea) più
rapida e sicura.
Se non basta la carota si usa
il bastone.
In un altro documento, con il
titolo “Opinioni orientative del consiglio di stato per stabilire e
perfezionare gli incentivi per chi mantiene un comportamento corretto e un
sistema congiunto di punizioni per chi viola la fiducia, per accelerare la
costruzione di un (sistema) di sincerità sociale”, il menzionato consiglio di stato nel 2016 suggeriva che con un livello di rating sociale basso un cittadino
potrebbe avere una serie di costrizioni. Tra le costrizioni ci
saranno un collegamento alla rete più lenta, il divieto di accesso a ristoranti e golf club, restrizioni di
viaggiare liberamente, una maggior complessità per l’individuo a affittare un
appartamento o avere accesso al credito, l’iscrizione dei bambini a scuola
etc..
Come riporta il
Media Business Report del Sud Africa, in un analisi sui big data, nel febbraio
del 2017 la suprema corte del popolo (cinese) ha annunciato che a 6.150.000 di cinesi, negli ultimi 4 anni, è stato vietato il
diritto di imbarcarsi su voli a causa delle loro azioni social. La
stessa cosa succederà in nazioni che hanno una lunga tradizione democratica
come Europa e Usa? D’altro canto anche da noi esistono piattaforme sociali come
quelle cinesi, e, di recente, l’ex primo ministro italiano Renzi a chiesto a
una piattaforma sociale di controllare e censurare comportamenti scorretti
durante le elezioni. Il primo passo è già stato compiuto?