Martedì
14 marzo 2017 – da Internet
Seconde
case, la stangata della luce
Nuove
bollette: per le famiglie non residenti è una spesa di 135 euro in
più all’anno, dovuta agli «oneri di sistema». Con la riforma del
sistema tariffario stabilita dall’Autority crescono i costi fissi e
incide meno il consumo effettivo.
Tariffe
e nuovi oneri con quote fisse maggiorate sulle bollette: arriva la
“stangata 2”, specie per le seconde case e per le case “non
utilizzate”.
Con
quest’anno cambia marcia, infatti, la riforma dell’energia
elettrica avviata dall’Autority il primo gennaio del 2016, piano
triennale che «ridefinisce completamente il sistema tariffario» e
che vede adesso l’entrata in vigore della seconda parte. E vanno a
cambiare i criteri di calcolo dei costi, con l’introduzione di una
tariffa unica per gli utenti domestici residenti e l’inserimento
di una quota fissa di ben 135
euro annui «a copertura degli oneri di sistema» per i non
residenti.
A
cambiare in realtà è tutto il sistema tariffario: tra gli obiettivi
della riforma, si è puntato a rendere il costo del kWh indipendente
dal consumo annuo del cliente. Fino al termine del dicembre 2015 si
pagava in relazione al consumo, con il prezzo legato a cinque
scaglioni differenti. In sostanza, spiegano i consulenti tecnici dei
movimenti consumatori, «si faceva pagare di più il kWh a chi aveva
consumi maggiori e meno a chi aveva consumi bassi».
Ora
con il 2017 si è arrivati a una tariffa unica per gli utenti
domestici residenti, rendendo uguale ogni livello di consumo. Ma in
un sistema ridefinito e complesso che prevede diverse forme di
quantificazione tariffaria e altrettante compensazioni, va a
distinguersi l’incremento della quota fissa per gli oneri di
sistema introdotta nel 2017 per le seconde case, con un aggravio di
135 euro spalmati sui 12 mesi. E in questo caso, sempre secondo gli
analisti del settore, si arriva a stimare un aumento tra il 2016 e il
2017 per una «casa vacanza con uso stagionale» pari a un +88%.
Cresce
nel complesso, dalle prime stime, anche il costo della quota fissa
sulla bolletta, destinata a incidere con un incremento di circa il
22% sui costi della famiglia-tipo con contatore da 3 Kw e consumi
medi annui sotto i 2.700 kilowattora.
L’incidenza
aumenta per circa il 37% sui consumi più bassi, 1.500 kilowattora
all’anno, presumibilmente i piccoli nuclei, i single e le famiglie
a bassi consumi e si riduce sui consumi alti. Con circa un meno 15%
per chi supera i 2.700 kilowattora annui, corrispondenti alla soglia
di consumo di una famiglia-tipo italiana con contatore da 3 kilowatt
di potenza. Si parla di famiglie numerose, con almeno 4 componenti, o
quelle probabilmente più abbienti, che consumano di più perché
utilizzano più elettrodomestici senza curarsi delle fasce di consumo
a minore costo, o perché hanno optato per l’elettricità per
riscaldare o refrigerare la propria abitazione.
(segnalata da Marco Pettinà)