mercoledì 29 marzo 2017

Non sono più tra noi


Francesco Toldo classe 1922 di San Pietro
Luigi Lucca classe 1940 San Pietro/Inghilterra

martedì 28 marzo 2017

Parliamone

Se i docenti diventano indecenti


Un libro li definisce «sdraiati». I ragazzi di oggi. Una generazione che non sa tenere la schiena dritta, ma spalma sulla vita la propria spina dorsale liquida. Avrei la schiena come la loro se mi avessero dotato di una comodissima sedia a sdraio, dalla quale avrei mandato a quel paese chi dopo averla fornita ora, pentito, la rivuole indietro. Moralismo. Nostalgia del tempo andato. Paternalismo sornione.
Gli sdraiati invece li vedo tendersi quando offri loro qualcosa di cui non possono fare a meno e che abbiamo sostituito con surrogati tecnologici, assenza di «no» e limiti, ma soprattutto di mete non autoreferenziali e narcisistiche.


Raddrizzano la schiena quando al moralismo sostituisci la morale: facendo loro toccare cosa è bene e cosa è male, non a parole; quando alla nostalgia del tempo andato sostituisci la nostalgia del futuro, sudando lo stesso loro sudore, non metaforico; quando al paternalismo sostituisci la paternità, difendendoli dalle paure ma sfidando le loro risorse migliori, dedicando loro tempo al di fuori di quello stabilito.
La spina dorsale cresce dritta a chi è teso verso la luce, come quelle piante a cui mia nonna metteva accanto un bastone fissato con uno spago, che le lasciava abbastanza libere da slanciarsi verso l’alto e non troppo libere da curvarsi su se stesse. Come si slanciavano verso il sole affondando proporzionalmente le loro radici! Dopo un po’, eliminati spago e bastone, rimanevano dritte, perché la fisica vuole che più ti slanci in alto più hai bisogno di radici profonde. Incolpare la pianta di non avere radici salde è incolpare se stessi, ma questo è duro da ammettere, e la colpa finisce sempre per cadere fuori dal recinto della responsabilità personale: loro, la tv, il consumismo, la scuola, la playstation (che abbiamo comprato con la sdraio).

Solo la vita e l’esempio educano, le parole non bastano. Non basta dire tieni su la schiena, se non additiamo il panorama da guardare oltre la soglia. Il nostro modo di vivere autoreferenziale lancia spesso proclami contraddittori rispetto alla schiena dritta che esigiamo. I bambini allo stadio fanno lo stesso che fanno i padri: e ci scandalizziamo pure? O li multiamo?
C’è però chi reagisce, cito da una delle tante lettere di contenuto analogo che ricevo:
Mi dica, le piace essere un professore? Pensa che abbia ancora un valore, per un professore, essere tale? Io sinceramente odio la scuola e non perché non ami studiare, imparare cose nuove, ma perché mi sento soffocare, quando la prospettiva è entrare in classe ed ascoltare passivamente persone che nel loro mestiere non mettono impegno, che sembrano sempre sull’orlo di una crisi isterica, che non fanno amare ciò che si vantano di insegnare.

Ho solo diciotto anni, che ne so io della vita, di come si svolge un mestiere? Potrebbe chiedermi e dirmi che tutto ciò è una scusa per giustificare il fatto che di studiare non mi va. Sì è vero, non mi va di studiare un argomento che non mi appassiona. Ma non dovrebbe essere proprio quello, il ruolo del professore? Far amare la cultura? Far amare lo studio? No, perché quello che nel mio liceo si fa è imparare a memoria. Ma a Lei non sembrano sbagliati i verbi che vengono usati per capire se si è studiato o meno? Interrogare e ripetere.
Io li odio questi due verbi, Professore, perché interrogare ha perso il suo significato latino, è diventata una minaccia, e alla domanda «La misoginia nella Medea di Euripide» - che neanche è una domanda a dirla tutta - si deve ripetere, come un automa, quello che il professore ha «pazientemente» dettato in classe per un’ora (50 minuti, nei primi dieci era a prendere il caffè col collega di turno) e le altre cinquanta pagine che invece avresti dovuto imparare a memoria a casa.
Io invece vorrei che un professore mi chiedesse: «Ma tu della Medea cosa hai capito?», «Ma perché secondo te Manzoni ha rinnovato completamente il genere del romanzo?», «Ma quindi a te cosa è rimasto di Hegel?», e vorrei lo facesse con quella luce che si ha negli occhi quando si fa qualcosa che si ama, per guidarci verso la maturità, quella vera, verso la capacità di guardare con occhio critico la realtà, quella luce che fa scattare dentro la curiosità, una volta a casa, di aprire il libro e capire «Ma quindi cosa voleva trasmettermi D’Annunzio, con tutta ’sta pioggia?».

Io guardo i miei professori e in loro vedo tante cose, tranne l’amore verso il proprio mestiere. Più che odiare la scuola, io odio i miei professori. Preferisco passare i pomeriggi a scrivere o visitare una mostra che hanno appena allestito o andare in quella libreria, un po’ nascosta tra le vie del centro, dove posso comprare un libro e sedermi a leggerlo.
Lei la vede intorno a sé la voglia di insegnare, di trasmettere qualcosa a coloro ci si aspetta siano il futuro del nostro Paese? Le vede le loro anime accese, vive, piene di voglia di fare, di dire?
Questa non è una lettera sdraiata, ma la lettera ben dritta di una ragazza all’ultimo anno di liceo, delusa, polemica, in uscita con un cumulo di nozioni in testa e la certezza di sapere chi non diventare. Eppure ne voleva di cultura, di quella che trasforma la vita, cultura indicata infatti come «luce che fa scattare». Non basterà rispondere che la vita è la fatica di fare «anche» ciò che non appassiona, perché lei la passione non l’ha vista proprio e le sembra di dover fare «solo» ciò che non appassiona, la morte in vita per chiunque, figuriamoci per un diciottenne.

Chiedete ad un ragazzo di oggi quali lezioni frequenta volentieri: vi citerà non l’«in-decente» (professore amicone, complice, che parla di sé e non fa lezione), non l’«in-docente» (colto ma freddissimo), ma il docente che li mette alla prova, che li sfida, che dà molto ed esige molto, che si occupa della loro crescita e non solo dei loro voti, il docente che amano e odiano, e che sceglierebbero autonomamente, se fosse loro consentito. I ragazzi si sdraiano nella scuola degli «in-decenti», e odiano quella degli «in-docenti» (letteralmente coloro che non-in-segnano anche se conoscono in modo ineccepibile la materia). L’in-docenza si nasconde dietro la ripetizione, la formula vuota, il dovere per il dovere, evita la vita, non la seduce, non per portare gli sdraiati verso noi stessi (triste e inutile beffa), ma per raccontare loro il sole, attraverso la luce di occhi posati sì sulle carte ma altrettanto sulle vite, perché raggiungano - singolarmente e insieme - la loro altezza. Prima di discettare sul ridurre di un anno la scuola italiana, per uniformarci (verso il basso) al resto dei Paesi europei (se la sognano una scuola con contenuti come la nostra), dovremmo provare a costruire scuole in cui sia consentito scegliere insegnanti decenti e docenti, come prova a fare qualsiasi mamma che vuole iscrivere il figlio in prima elementare.
Alessandro D'Avenia
La stampa 06/12/2013

lunedì 27 marzo 2017

Pian pianélo la neve e anca el giasso 
i ghe lassa el posto al campìgolo. 
Dove sémo?
(Alessandro Toldo) 
 



sabato 25 marzo 2017

Canone RAI





Quando sento che gli "addetti ai lavori"... si stanno adoperando in mille modi per snellire e semplificare tutto l'ambaradan fiscale italiano... non so se inveire, ridere o piangere...
Non so voi che esperienza ed opinione avete in merito, ma la mia sensazione è che si stiano veramente impegnando alla grande per l'esatto contrario, cioè per ingarbugliarlo e complicarlo sempre di più, su ogni fronte.
Le parole SEMPLICITA' e BUON SENSO pare le abbiano tolte dal loro vocabolario... e la nostra impotenza regna sovrana, generando solo tanta rabbia e malcontento.
L'ultima esperienza avuta, ma solo in ordine di tempo purtroppo... è che non riesco a far togliere il canone RAI da una bolletta Enel di una casa disabitata. Le ho provate tutte, ma senza esito alcuno. 
Non esisti, ti snobbano, non rispondono a raccomandate, mail, telefono e quant'altro... ma la rata del canone in bolletta è sempre presente.
Avete mai provato a telefonare all'Agenzia delle Entrate di Thiene? Non si riesce. Impossibile. Devi recarti di persona con attese infinite.
Qualcuno che legge mi potrebbe indicare per favore "la retta via"? Io non riesco ad imboccarla.
L'unica cosa che mi viene in mente di fare è togliere l'accredito in conto, pagare con modulo bianco a parte, scorporando la voce canone, ma non so se sia fattibile.
Mi rammarica, ma mi consola un po'... per la serie mal comune mezzo gaudio... che sento tanti altri casi analoghi e che addirittura c'è chi è al quinto ricorso...
Di questo passo, considerando che una raccomandata semplice costa sui 5 €... si rischia di consumare un anno di canone in tasse postali.
Sono parecchio indignata e delusa di come siamo governati.

... ma solo in senso ironico...
e sposo alla grande la battuta della simpatica Mafalda:


La stangata della luce

Martedì 14 marzo 2017 – da Internet 
 

Seconde case, la stangata della luce

Nuove bollette: per le famiglie non residenti è una spesa di 135 euro in più all’anno, dovuta agli «oneri di sistema». Con la riforma del sistema tariffario stabilita dall’Autority crescono i costi fissi e incide meno il consumo effettivo.

Tariffe e nuovi oneri con quote fisse maggiorate sulle bollette: arriva la “stangata 2”, specie per le seconde case e per le case “non utilizzate”.
Con quest’anno cambia marcia, infatti, la riforma dell’energia elettrica avviata dall’Autority il primo gennaio del 2016, piano triennale che «ridefinisce completamente il sistema tariffario» e che vede adesso l’entrata in vigore della seconda parte. E vanno a cambiare i criteri di calcolo dei costi, con l’introduzione di una tariffa unica per gli utenti domestici residenti e l’inserimento di una quota fissa di ben 135 euro annui «a copertura degli oneri di sistema» per i non residenti.

A cambiare in realtà è tutto il sistema tariffario: tra gli obiettivi della riforma, si è puntato a rendere il costo del kWh indipendente dal consumo annuo del cliente. Fino al termine del dicembre 2015 si pagava in relazione al consumo, con il prezzo legato a cinque scaglioni differenti. In sostanza, spiegano i consulenti tecnici dei movimenti consumatori, «si faceva pagare di più il kWh a chi aveva consumi maggiori e meno a chi aveva consumi bassi».

Ora con il 2017 si è arrivati a una tariffa unica per gli utenti domestici residenti, rendendo uguale ogni livello di consumo. Ma in un sistema ridefinito e complesso che prevede diverse forme di quantificazione tariffaria e altrettante compensazioni, va a distinguersi l’incremento della quota fissa per gli oneri di sistema introdotta nel 2017 per le seconde case, con un aggravio di 135 euro spalmati sui 12 mesi. E in questo caso, sempre secondo gli analisti del settore, si arriva a stimare un aumento tra il 2016 e il 2017 per una «casa vacanza con uso stagionale» pari a un +88%.
Cresce nel complesso, dalle prime stime, anche il costo della quota fissa sulla bolletta, destinata a incidere con un incremento di circa il 22% sui costi della famiglia-tipo con contatore da 3 Kw e consumi medi annui sotto i 2.700 kilowattora.

L’incidenza aumenta per circa il 37% sui consumi più bassi, 1.500 kilowattora all’anno, presumibilmente i piccoli nuclei, i single e le famiglie a bassi consumi e si riduce sui consumi alti. Con circa un meno 15% per chi supera i 2.700 kilowattora annui, corrispondenti alla soglia di consumo di una famiglia-tipo italiana con contatore da 3 kilowatt di potenza. Si parla di famiglie numerose, con almeno 4 componenti, o quelle probabilmente più abbienti, che consumano di più perché utilizzano più elettrodomestici senza curarsi delle fasce di consumo a minore costo, o perché hanno optato per l’elettricità per riscaldare o refrigerare la propria abitazione. 
(segnalata da Marco Pettinà) 

venerdì 24 marzo 2017

Il 9 aprile il via alla 26^ Salita del Costo. Attesi 10 mila spettatori

Manca poco al via della 26^ Salita del Costo. Domenica 9 aprile romberanno i motori delle auto moderne e storiche nella cronoscalata vicentina. Attesi circa 10 mila appassionati di motori.
Tornata a disputarsi l’anno scorso, dopo una lunga pausa, anche per questa edizione l’organizzazione è nelle sapienti mani del Rally Club Team di Isola Vicentina, col patrocinio dell’Automobile Club di Vicenza.
Entusiasmo alle stelle perché la gara delle auto moderne si è agguantata la validità per il Trofeo Italiano Velocità Montagna, frutto della positiva edizione della stagione passata, tornata in auge dopo 11 anni.
Il programma della manifestazione prevede la chiusura delle iscrizione alla mezzanotte del 3 aprile, le verifiche amministrative il 7 aprile nella zona industriale di Caltrano, che decreteranno gli ammessi alle prove che si svolgeranno in due manches sabato 8 aprile.
Anche per quest’anno si attende un’affluenza di spettatori dai grandi numeri: circa diecimila persone si apposteranno lungo il serpentone d’asfalto del Costo per vedere passare le vetture. La partenza è fissata domenica 9 aprile alle 11 da Cogollo del Cengio e il parco di chiusura della gara sarà in Piazzale Baita Azzura a Treschè Conca di Roana. La manifestazione si chiuderà con la cerimonia delle premiazioni alle 17.30 nel municipio di Cogollo del Cengio.
Rispetto alla passata edizione quest’anno lo svolgimento della gara è stato anticipato di due settimane: in prima battuta era stata messa a calendario per il 23 aprile, ma questo aveva scatenato una presa di posizione delle amministrazioni del posto, preoccupate per i turisti del ponte del 25 aprile che si sarebbero trovati la strada chiusa.  A far tirare un sospiro di sollievo il compresso finale con gli organizzatori della manifestazione.
Paola Viero
CARTINA salita del costo

Fara. Oro nello sci per Michael Carollo: è campione del mondo

“Non ho parole per esprimere l’immenso orgoglio da parte mia e di tutta Fara – ha commentato entusiasta Maria Teresa Sperotto, sindaco di Fara – I miei complimenti vanno a Michael, che ci ha commosso sia vincendo che recitando il giuramento dell’atleta, ma va anche a tutta la sua famiglia, che lo ha sempre supportato e stimolato”.

Campione del mondo di sci. Non ci poteva essere soddisfazione più grande per Michael Carollo, per la sua famiglia, gli amici e tutta Fara Vicentino, che si stringono con gioia intorno al loro campione e festeggiano  la medaglia d’oro ai giochi mondiali Special Olympics.
Ce l’ha messa tutta Michael, come ha sempre fatto nella sua vita di 23enne che ha saputo cogliere tutte le occasioni che gli si sono presentate e ha trionfato trascinando il suo paese e le persone care nella gioia assoluta.
Perché la vittoria di Michael vale ancora di più di una medaglia d’oro. Affetto da sindrome di Down, fin da quando era bambino per lui a mamma e papà era stata prospettata una vita in seconda fila. Ma Michael ha dato prova che le aspettative si possono superare e dopo essere diventato campione di tennis, volontario della Protezione Civile, dalle Olimpiadi per atleti speciali si è portato a casa la medaglia dei numeri uno.
A.B.

martedì 21 marzo 2017

Giornata internazionale della poesia

Il 21 marzo, primo giorno di primavera è anche la Giornata Internazionale della Poesia dichiarata dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) nel 1999. Lo scopo della Giornata è quello di promuovere la lettura, la scrittura, l’editoria e l’insegnamento della poesia in tutto il mondo e “dare un riconoscimento fresco e un nuovo impulso ai movimenti di poesia nazionali, regionali e internazionali “.
Complimenti e gratitudine a tutti gli scrittori e poeti che collaborano al nostro blog e...

UNA SERENA PRIMAVERA A TUTTI



Marzo

Nei boschi, da sera a mattina,
si schiudono fresche sorprese:
leggero sui prati cammina Marzo, 
incantevole mese.
Ancora non c'è l'usignolo
ricolmo di note e di trilli,
ma lungo le prode e nel bosco
già fremono e parlano i grilli.
E, guarda, la siepe s'è desta
coperta di fiori, odorosa;
il pesco s'ammala di festa
schiudendo i suoi petali rosa.
C'è pioggia, c'è vento, c'è sole:
è Marzo, ogni cosa ha un incanto;
è Marzo che piange e non vuole,
che mostra il sorriso tra il pianto.
Alfred de Musset


Primavera


Oggi la primavera
é un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi: 
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce:
Tutto è color di prato.
Anche l'edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
d'umori campestri.
Ebbra la primavera
corre nel sangue.

V. Cardarelli

 

Filastrocca di Primavera



Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l'erbetta
spunterà qualche violetta:
Oh prima viola fresca e nuova
beato i l primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
G.Rodari


E' Lei

 

Torna ad ondeggiare al vento
la sciarpa azzurra della primavera;
dolce, impregnata di presentimento
scorre un'aria leggera.
Le violette sognano la vita
già prossima a sbocciare.
Senti, lontano, un'arpa tintinnare?
Primavera, sei tu, ti ho sentita!
 

E.Morike


  Specchio


Ed ecco sul tronco
si rompono le gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul fosso.
E tutto sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.

S. Quasimodo




21 Marzo

La prima rondine
venne ieri sera a dirmi:

- E' prossima la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle.
Accarezzandola
così le ho detto:
- Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!
Ma perchè agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un'altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.
La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera.
G.Rodari


Primavera

Il sole nascente
bacia la terra ridente
risorta a nuova
e antica vita.
L'aria aulente
di profumi preziosi
di alberi in fiore
di gemme splendenti
foriere di frutti squisiti.
La terra
voltata dal vomere
baciata dal sole
effonde un effluvio
vetusto come il mondo,
profumato come la vita
di Primavera.
Riempiono l'aria
fragrante
dei loro canti d'amore
struggenti
gli uccelli cantatori.
Primavera rinnova
amori vibranti
di giovani amanti.
Perfino
nei vecchi cuori
rinascono ricordi
di dolci labbra
di donne amate
un tempo lontano
remoto,
ma ora freschi come
un pensiero d'amore
di Primavera.
Alfredo Benedetti Cecchi

 

venerdì 17 marzo 2017

Non sono più tra noi

Mario Fontana (bai) San Pietro/Vicenza - classe 1927
Patrizia Longhi - Casotto di Pedemonte di anni 54

giovedì 16 marzo 2017

Il Maestro Piergiorgio Nicolussi desidera ricordare la sua alunna Monica Spagnolo condividendo queste foto con Voi tutti.






1 - Monica Spagnolo - 2 - Doreta Nicolussi - 3 - Antonietta Toldo - 4 - Loretta Toldo - 5 - Sonia Toldo - 6 - Silvia Righele - 7 - Fiorella Fondase - 8 - Ermenegilda Serafini - 9 - Franca Lucca - 10 - Maria Luisa Bonifaci - 11 - Nadia Gianesini - 12 - Riccardo Lorenzi - 13 - Oscar Nicolussi - 14 - Carlo Toldo - 15 - Mariano Pettinà - 16 Alfredo Alessi - 17 - Roberto Righele - 18 - Walter Pretto - 19 - Carlo Lorenzi - 20 - Ivano Lucca - 21 - Marco Alessi - 22 - Giancarlo Bonifaci - 23 - Cristina Lorenzi - 24 - M° P. Nicolussi




1 - Monica Spagnolo - 2 - Loretta Toldo - 3 Sonia Toldo - 4 - Ermenegilda Serafini - 5 - Antonietta Toldo - 6 - Livia Pesavento -  7 - Franca Lucca - 8 - Fiorella Fondase - 9 - Maria Luisa Bonifaci - 10 - Elisa Toldo - 11 - Nadia Gianesini - 12 - Mariarosa Bonato - 13 - il M° P. Nicolussi - 14 - Walter Pretto - 15 - Oscar Nicolussi - 16 - Roberto Righele - 17 - Alfeo Toldo - 18 - Marco Alessi - 19 - Carlo Toldo - 20 - Ivano Lucca -

sabato 11 marzo 2017

Gli scatti di Alago

 guardabuoi al pascolo
 Cinciarella (Fratin)
Fringuello (Finco)
Capinera femmina

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...