venerdì 26 agosto 2016

Pietre come parole


 

Sono tornato al Paese 

dopo aver vissuto

in città di cartapesta

e della mia infanzia ho ritrovato

le pietre, vigili sentinelle.


Pietre levigate dalle acque
del fiume e scalpellate
dalla mano dell’uomo,
accarezzate dai venti
nelle magiche notti di stelle.

Della mia Valdastico
nella luce dorata del tramonto,
la chiesa e il campanile
in pietra chiara
contemplavo estasiato.

Saliva dalla valle
delle rondini il volo irrequieto
e una sinfonia di pietre
vibrava nell’aria
del paesaggio amato.

Come ricordavo volentieri
le pietre a forma
di mani aperte
che offrono al viandante
acqua sorgiva freschissima!

Pietre ad ogni angolo
di strada, piazza e cortile,
umili troni regali
per giocare, parlare ed amare
la sera di maggio dolcissima.

Pietre di fontane, 

calcare e fornaci,
nidi di lucertole e serpi
tra rossi papaveri e viole,
pietre di arcate che reggono
il colmo granaio e il fienile.


Pietre per dividere campi,
vigne, pascoli, boschi;
delle piogge torrenziali
incanalare le acque
e proteggere dalle fiere l’ovile.

Ha visto una pietra grigia
abbracciata al biancospino,
ricordava di un giovane
il martirio e ancora
si leggeva la parola “Libertà”.

1 commento:

  1. Bravo Germano, .. ci offri una brezzolina d'aria fresca in quest'atmosfera un po' stantia.

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