mercoledì 30 settembre 2015

Manifestazione degli Alpini



Il Presidente degli Alpini, 
FIORENZO SLAVIERO, 
mi prega di informare chi fosse interessato, 
che sono disponibili 2 CD 
sulla manifestazione degli Alpini al costo di 12€. 
Per informazioni e prenotazioni: 
333-58.69.068


Il codibugnolo - by Alago


Il pane fatto in casa

Le giornate si accorciano 
e la voglia di rimanere di più dentro casa 
è sicuramente maggiore rispetto all'estate. 
Potrebbe essere questo il tempo giusto 
per provare a fare il pane fatto in casa, 
così... per sfizio... 
anche solo per sentirne il diverso sapore...
 


Il funerale della contadina Joan


Talvolta, in sogno, ti capita di vedere un amico, un congiunto. Sei contento di vederlo, la sua vista ti commuove, gli parli. Poi d’improvviso nel sogno si inserisce la consapevolezza che quell’amico, quel congiunto è morto. Così ti svegli con stupore e conservi emozionato quell’improvvisa rivelazione. Quest’esperienza, tutt’altro che rara, potrebbe essere all’origine del culto dei morti, dell’idea che il morto non sia scomparso dalla tua vita, ma si sia in qualche modo solo allontanato. Per molte culture la morte è un viaggio e chi lo compie ha bisogno di cibo, di ori e monili che lo accompagnino.
Il culto dei morti sembra pratica universale, diffusa tra gli egizi gli etruschi o in Perù, e antica, se è vero che anche i Neanderthal, nostri cugini evolutivi, onoravano i morti.
Le popolazioni nomadi, che non sentivano il bisogno di stazionare stabilmente in un luogo, avevano un unico punto fisso di ritrovo: il luogo dove seppellivano i morti (Lewis Mumford, La città nella storia). Insomma sarebbe nata prima la necropoli e poi la polis.

Maramures

Il Maramures è distretto di confine abitato da popolazioni di cultura diversa: romeni, ungheresi, ucraini e rom. In uno sperduto villaggio del Maramures, Budesti, circa 15 anni fa arriva Roberto in uno dei suoi tanti viaggi. Budesti è piccolo villaggio con una chiesa lignea vecchia di secoli, risale al tempo in cui Lorenzo Bernini a Roma costruiva le sue architetture.
Quando Roberto arriva, in un’aia si sta svolgendo un funerale.
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Era il funerale della contadina Joan morta a 76 anni. Presumibilmente Ioan non si è mai spostata dal suo villaggio. La cerimonia, di rito ortodosso, si è svolta integralmente nell’aia della casa dove Ioan è vissuta e morta.
Roberto si presenta con la macchina fotografica a tracolla e la richesta di poter fotografare. La risposta è in una lingua poco comprensibile, ma il sorriso e il cenno del capo lo capiscono tutti.
Entra nell’aia come uno di loro. I vecchi vengono pianti dai vecchi che con loro hanno passato buona parte della vita, le donne sono quelle che più manifestano il loro lutto.
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La giovane che piange sulla bara è la nipote, alla quale, in occasione di una visita successiva ho portato le foto che sono state molto apprezzate perché in Maramures è normale fotografare un funerale“.
funerale Maramures 07La cerimonia era affollata perché tutto il villaggio partecipava al lutto. Nell’aia di quella fattoria convergeva tutto il mondo di Ioan.
Gli officianti erano due, aiutati da due predicatori.
La cerimonia è stata molto lunga, due/tre ore. A causa della lingua non ho capito cosa dicevano i predicatori e i pope officianti, ma ho vissuto fortemente l’emozione del momento.
funerale Maramures 09I bambini partecipano ai funerali con aria stranita e incredula, non capiscono la morte, non riescono a comprendere il mistero della vita prima della loro nascita e la possibilità che una persona viva possa un giorno scomparire.funerale Maramures 08
Dopo la cerimonia, la bara, portata a spalla da parenti e amici, si incammina verso il cimitero, un lento cammino con numerose interruzioni segnate dal bisbiglio delle preghiere e dalla voce dell’officiante.
I gagliardetti rappresentano immagini religiose e al funerale era presente tutto il villaggio.
funerale Maramures 10funerale Maramures 11funerale Maramures 12Dopo la sepoltura il banchetto funebre dove Roberto ha avuto il posto d’onore insieme agli officianti.
funerale Maramures 13
funerale Maramures 14

Roberto Campagna è fotografo amatoriale, socio e vicepresidente del Circolo fotografico scledense.
Scatta sempre in bianco e nero con una vecchia macchina a pellicola. Per gli altri le fotografie vanno scaricate sul disco fisso del proprio computer. Per Roberto la pellicola va tolta dalla macchina fotografica in un luogo senza troppa luce, poi si chiude nel suo piccolo laboratorio (“il garage era fin troppo grande e lì in fondo c’era anche la presa dell’acqua“). Al buio completo inserisce nella tanica la pellicola e gli acidi, sviluppa il rotolo poi accende la luce rossa a soffitto e comincia a stampare facendo prove e correggendo qua e là le zone troppo scure o chiare.
Quasi ogni foto è una stampa perché così si usava una volta.

lunedì 28 settembre 2015

Olio di fegato di merluzzo

L'amico "Conte" tempo fa mi donò una bottiglia dalla strana e rara etichetta risalente ai primi anni '30:
"OLIO DI FEGATO DI MERLUZZO" - Farmacia Casentini - Pedescala di Rotzo -
 
Di colpo, la mia mente ha fatto un balzo a ritroso nel tempo.
Forse pochi ricordano quel nauseante cucchiaio di "olio di fegato di merluzzo" che noi bambini "de stiani" eravamo costretti ad assumere, tra mille smorfie di disgusto e scroscianti pianti, ogni mattina? 
"Prendi che ti fa bene" era il benevolo ed accompagnatorio ritornello delle nostre mamme e nonne. Classico e disgustoso rimedio contro il rachitismo, la clorosi ed utile si diceva per aiutare lo sviluppo. Oggi malattie fortunatamente rare, ma che in passato hanno colpito molti bambini, compreso il famoso poeta G. Leopardi. Ho letto proprio in questi giorni che quest'olio è tornato prepotentemente alla ribalta grazie alla grande importanza nutrizionale attribuita agli acidi grassi omega3 e vitamina F, di cui è particolarmente ricco. Panacea dalle molteplici proprietà. Alcune del tutto ignote all’epoca: registra il sistema cardiovascolare contrastando il colesterolo "cattivo", prevenendo una malattia nota come arterosclerosi ed altre di gravi malattie cardiovascolari, previene il cancro colon-rettale, "spegne" gli stati infiammatori cellulari (fattori di rischio per tumori e malattie degenerative varie)...
Come mi piacerebbe vedere la faccia di chi ne ha appena preso un cucchiaio!!!

Delmo Stenghele

I Torrioni - by Delmo

Scriveva il 14 agosto 1861 l'illustre l'ing. BARTOLOMEO GIACOMELLI "Bazon" nato nel 1806 a Pedescala di Rotzo:

..."Sull'altipiano respiciente il Medoaco (fiume Astico), a mezzo miglio da Pedescala si mirano ancora conservate a dispetto dei secoli, due antiche torri: Stanno desse sopra punti culminanti, quasi a difesa di strettissima gola, e sembrano destinate a fermare straniere falangi, che di sovente irruppero per disputarsi, e quindi immergere nel lutto la vagheggiata terra d'Italia: Il più basso di quegli edifici è una bislunga e diroccata bicocca, probabilmente eretta per ricovero di soldati; sul vertice dell'altipiano sta l'altra di forma quadrata, costutta di giganteschi massi, e misurante ancora l'altezza di cinquanta piedi all'incirca*; non presentando alcun praticabile ingresso, è supponibile che questo abbia esistito nell'interno, anche per dare accesso al minor fabbricante; la sua forma architettonica da l'idea delle costruzioni in uso nel decimo secolo; la grossezza dei muri è di sei piedi alla base, ma elevandosi, questa si riduce a quattro soltanto: Regge la riduzione che manomessa nei prischi tempi in causa di qualche lotta, sia stata ricosrutta più tardi, e difatti anche al presente si riscontra una diversità nella forma di questo lavoro, confrontato col primo: Superstiziose tradizioni allontanano da quei luoghi il timido alpigiano, narrandosi incredibili avvenimenti consumati fra le silenti volte di quei muti avanzi della barbarie. L'idea di togliere possibilmente le inveterate assurde opinioni, e più la lusinga di rinvenire qualche oggetto artistico, ci indusse a far verificare l'escavo della torre più conservata; d'essa non presentava alcun indizio d'ingresso, per cui dovetti far levare i massi dal lato di ponente, e dopo alcuni giorni venne completata l'apertura, e quindi lo sgombero delle macerie cadute nell'interno nello spazio di circa otto secoli: Ebbi a riscontrare nelle pareti le tracce di sette piani, ai quali sembra si accedesse mediante arpioni infissi nelle muraglie: Raccolsi alcuni pezzi (12) di vetro di forma antica, e conservanti ancora visibili colori, alcuni rozzi chiodi, dei frammenti di piombo, un informe pezzo di freccia, e qualche altro articolo di minor conto; fissata l'idea che dal basso della torre qualche apertura mettesse nell'inferiore bicocca, tentai scoprirla, ma inutilmente: Conchiusi che esposto l'interno all'azione dell'intemperie per tanti anni, la supposta apertura siasi chiusa, formando un masso compatto coi circostanti, ed abbandonai l'impresa".....(foto archivio da Schio 1862)


Foto stupenda! - le case in primo piano sono della Contra' Scalini -

Emigrazione: Vero o falso problema?






(Valerio Bassotto Schio News)

L'astico in piena 2010 - by Didier e Corinne dalla Francia



domenica 27 settembre 2015

Miscuglio di razze: ritratti di migranti di 100 anni fa










Inaugurato nel 1892 e chiuso nel 1954, l'ufficio immigrazione di Ellis Island a New York ha registrato più di 12 milioni di immigrati arrivati in America via nave. Augustus Francis Sherman, un funzionario appassionato di fotografia, tra il 1906 e il 1915, chiese a numerosi migranti provenienti da tutto il mondo, specialmente dall'Europa, di mettersi in posa davanti al suo obbiettivo. I suoi ritratti sono stati pubblicati sul National Geographic nel 1907 ed esposti per molti anni nel quartier generale del Federal Immigration Service.
Foto archivio New York Public Library

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...