Talvolta, in sogno, ti capita di vedere un amico, un congiunto. Sei contento di vederlo, la sua vista ti commuove, gli parli. Poi d’improvviso nel sogno si inserisce la consapevolezza che quell’amico, quel congiunto è morto. Così ti svegli con stupore e conservi emozionato quell’improvvisa rivelazione. Quest’esperienza, tutt’altro che rara, potrebbe essere all’origine del culto dei morti, dell’idea che il morto non sia scomparso dalla tua vita, ma si sia in qualche modo solo allontanato. Per molte culture la morte è un viaggio e chi lo compie ha bisogno di cibo, di ori e monili che lo accompagnino. Il culto dei morti sembra pratica universale, diffusa tra gli egizi gli etruschi o in Perù, e antica, se è vero che anche i Neanderthal, nostri cugini evolutivi, onoravano i morti. Le popolazioni nomadi, che non sentivano il bisogno di stazionare stabilmente in un luogo, avevano un unico punto fisso di ritrovo: il luogo dove seppellivano i morti (Lewis Mumford, La c...