martedì 31 ottobre 2023

Filosofia, cultura e...


Lo sapevate che… esistono due tipi di intelligenza, convergente e divergente? 

Chi sono gli individui dotati di intelligenza convergente? Sono i gregari, che non si pongono troppe domande, che pensano ciò che gli altri pensano, sono quelli che sanno benissimo come andare da A a B, ma non hanno idea che esista anche C, non si sognano neppure che nell’alfabeto esistano anche la F, la W, la Z. E poi ci sono le menti divergenti: sono i pazzi, gli artisti, i sognatori, i ribelli, quelli che non si adattano, che non hanno rispetto per lo status quo, che vedono le cose in modo differente. 

Ma sapete una cosa? Sono le menti divergenti che fanno andare avanti la storia.  

L’intelligenza convergente è semplice, è logica: «comporta il cercare la soluzione di un problema a partire da come il problema è stato impostato; l’intelligenza divergente invece consiste nel risolvere il problema cambiando la sua stessa impostazione, capovolgendolo.» 

Copernico, Galileo, Shakespeare, Edison cosa avevano in comune? Avevano un’intelligenza divergente. Ecco, magari qualcuno obietterà: va bene, ma erano dei geni. Eppure avevano due occhi, due orecchie, un cervello proprio come noi. Ascoltavano, osservavano, pensavano, tutto qui. Guardavano, non con superficialità, fretta, passività, ma sapevano guardare oltre per cogliere gli aspetti nascosti, meno evidenti delle cose. 

Voi avete due strade davanti a voi: potete fare ciò che tutti fanno, non pensare, non porvi troppe domande, accodarvi al pensiero degli altri, della massa. Lasciare che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. Oppure potete ascoltare il vostro cuore, seguire le vostre intuizioni, alimentare in voi la creatività, lo slancio, i «forse». E fare lo stesso con i vostri figli, con i vostri nipoti.

Siate divergenti. Siate voci fuori dal coro. Siate, come diceva Russell, «il peso che inclina il piano».



RDB 2023 -I battitori di falce

 Per una svista 

mi sono dimenticata 

di pubblicare il video




Roberto Cecchellero 
e Giampaolo Alessi


RDB 2023 - il gregge

 

me lo invia Eugenio Toldo di Arsiero

La vignetta


 

lunedì 30 ottobre 2023

Ritorno dal bosco 2023 - riflessioni




Raccontare a chi non ha mai visto, cos’è il Ritorno del bosco, credo non sia possibile, perché questa manifestazione contiene talmente tante definizioni che sarebbe troppo povero dire soltanto che è una rievocazione storica: è necessario esserci, osservare, cercare di comprendere e forse ci si può fare un’idea. Bisogna essere dentro a questo evento, magari parte viva, operante e attenta ad ogni particolare, per poter veramente vivere in pieno le due giornate preparate con tanto anticipo. Preparate in quello che è il programma ricco di appuntamenti pensati con cura, preparate con gli incontri e la vestizione di tante persone, preparate con addobbi e abbellimenti che danno quel tocco in più a chi sa guardare con occhio attento, preparate mettendoci tanto lavoro fisico, mentale, ma anche con il cuore. 

Dopo dieci anni non è semplice ripartire, ma sicuramente ci vuole impegno, determinazione, duro lavoro per organizzare ogni più piccolo dettaglio. 

Certamente non è possibile parlare e raccontare la sfilata con tutti i figuranti, i lavori, gli attrezzi, le particolarità e gli animali che sono transitati; in molti hanno sfilato fra le vie del paese per il piacere di esserci, cercando di immergersi nel personaggio, recitando la parte assegnata al proprio gruppo; altri hanno cercato di raccontare i tanti lavori di un tempo, con la loro durezza e i grandi sacrifici. Molti hanno sfilato ricordando in vari modi le tante persone che ci hanno lasciato, ma che sono vive nei ricordi e credo che a livello emotivo non sia stata proprio una passeggiata rilassante. 

Raccontare dei quadri fissi creati con impegno ed energia, degli angoli del paese, delle finestre e di ogni spazio preparato con cura, dei tanti punti di ristoro, della mostra in chiesa, di ogni più piccolo avvenimento che ha riempito le due giornate, non è possibile perché si rischia di dimenticare qualcosa perché c’è stato tanto da poter ammirare. 

Non voglio soffermarmi su nessun particolare, ma mi piacerebbe partire dal bisogno che abbiamo di riscoprire, capire e portare avanti le nostre radici, la storia dei nostri paesi e quel prezioso bagaglio che i nostri avi ci hanno lasciato. 

Per questo, grazie alla professoressa Elisa Savio, insegnante della scuola secondaria di Valdastico, venerdì  13 ottobre 2023, mi sono recata nelle aule nei miei abiti del Ritorno dal bosco, per raccontare ai ragazzi il significato profondo della  manifestazione che avrebbe coinvolto anche loro. Nelle tre classi ho fatto domande, ho spiegato, ho letto alcune mie poesie e racconti, ho parlato di lavoro, tradizioni, usi e costumi, anche di fede, cercando sempre di coinvolgerli e incuriosirli sull’argomento. Conversando con loro mi sono accorta quanto ci sia bisogno di fare un lavoro con i ragazzi per aiutarli a comprendere la nostra storia perché possano continuare a ricordarla e portare avanti anche queste manifestazioni. Ho pensato che, una volta passata la mia generazione, sia una conseguenza normale perdere quel “sapere” che ci è stato tramandato e rischia di scomparire per sempre. È pur vero che la vita è molto cambiata e la cultura contadina fatta di gesti, modi di dire, duro lavoro e ritualità non esiste più, ma si dovrebbe cercare il modo giusto perché le giovani generazioni portino avanti quel poco che è rimasto come segno di ringraziamento perché, se oggi siamo quello che siamo, lo dobbiamo a chi ci ha preceduto e ha tribolato una vita per tirare avanti. La soddisfazione più grande che ho avuto, dopo il ringraziamento dei ragazzi e un omaggio floreale, è stata il sabato mattina, quando alcune ragazzine incontrandomi per strada mentre aiutavo con le ultime cose, mi hanno detto entusiaste che il mio intervento era stato bello e interessante. 

Quante cose ci sarebbero da raccontare ai bambini, ai ragazzi, ma anche ai giovani! Di questo ho avuto la certezza durante la sfilata mentre ci si preparava lungo via delle Alpi: una persona del pubblico ha chiesto il nome di un attrezzo che era portato da un giovane, ma chi lo aveva in spalla non ha saputo rispondere… così l’ho fatto io e non è stato l’unico caso. Questo mi ha fatto molto pensare: è giusto chiamare amici da ogni dove per la sfilata, è bello condividere con quante più persone questo spettacolare momento, ma credo che se si consegna un attrezzo bisogna come minimo spiegarne il nome o l’utilizzo altrimenti si rischia di fare pessime figure.  Partire quindi dai bambini a raccontare fino a che siamo in tempo, poi via via con ragazzi, giovani e adulti, cercando di trasmettere la consapevolezza di ciò che si va a fare, di come ci si comporta, di quanto sia importante recitare bene una parte, mostrandosi in ogni particolare nel modo migliore. Anche il nostro dialetto sta scomparendo e per me è una vera tristezza sentire che anche i termini più semplici non siano compresi da bambini e ragazzi che quindi hanno difficoltà a immergersi per due giorni in una situazione sconosciuta che quindi non possono capire veramente. 

Io mi ritengo fortunata e sono orgogliosa di essere cresciuta in una famiglia di contadini, allevatori, boscaioli e tanto altro, perché ho potuto attingere e imparare, ho potuto ascoltare e capire tante cose che non esistono più, ma meritano di essere ricordate. Ci sono tante persone che potrebbero fare da ponte con le nuove generazioni, che possono ancora passare il testimone, ma bisogna farlo in fretta, il tempo passa inesorabilmente… 

Ritornando al 14/15 ottobre 2023 bisogna dire che il tempo è stato meraviglioso, che tutto si è svolto come da programma e senza intoppi, che chi ha proposto cibo o bibite ha lavorato bene, che l’affluenza è stata gestibile: si può affermare che è andato tutto nel migliore dei modi anche grazie al contributo di molte persone che hanno regalato il loro tempo e le loro energie, impegnandosi in molti modi per la buona riuscita dell’evento. 

A tutti indistintamente va il mio ringraziamento con la certezza che si può sempre migliorare, che ogni volta s’impara qualcosa e anche se qualche pecca c’è stata, potrà sicuramente essere di insegnamento per il futuro. 

E grazie anche alle tante persone accorse da vari luoghi che hanno partecipato dimostrando che questo ritorno, dopo tanti anni, è stato gradito. Le tante foto che girano in questi giorni raccontano tanto e sono un documento importante, ma per me il Ritorno dal bosco non si può spiegare totalmente con una foto, con un’immagine o con qualche riga, per me  bisogna esserci, calarsi nel contesto con anima e corpo, sentire dentro sapori ed emozioni passate, gustarsi ogni momento e viverlo in pieno!

Lucia Marangoni (Dàmari)

24 /10/2023

il quadretto della foto è 

di Lisa Slaviero
da Contra' Furlani

Non è più tra noi - Silvio Eugenio Toldo (nr. 6 - 10/23)


 


Ciao Genio

Apprendiamo con infinita mestizia la morte improvvisa di Genio, amico del Blog fin dalle origini. Dietro lo schermo della sua finta nonchalanche, Genio ha contribuito ad alimentare la vita del Blog fornendo preziosi documenti e spunti dal suo archivio di famiglia, meticolosamente raccolto nel corso della sua vita.  

Ci consola la consapevolezza che mentre noi piangiamo la perdita di un amico, altri si rallegrano d'incontrarlo dietro il velo. 

Ciao Genio.

Gianni e Carla


Gino Sartori lo ricorda così:

Oggi Genio ci ha lasciati. 

Non ho avuto il privilegio di conoscere Genio da molti anni; è trascorso un decennio e mezzo da quando abbiamo incrociato i nostri destini. All'inizio, i nostri incontri erano brevi e casuali, poiché abitavamo nello stesso paese. Tuttavia, ho sempre avvertito una connessione profonda con lui.

Poi il nostro legame è cresciuto e si è trasformato in un'amicizia sincera, come quelle che si coltivano fin da giovani e rimangono impresse nell'anima. Questa stessa mattina, durante la nostra ultima conversazione, con il suo consueto umorismo, mi aveva detto in tono scherzoso: "A son ancora in mutua." Poi gli avevo chiesto alcune informazioni per un post da mettere sulla pagina FB di ViviValdastico.

Oggi Genio ci ha lasciati; ho perso un amico con la "A" maiuscola, ho perso la mia memoria storica. Il vuoto che ha lasciato è profondo, e il mio cuore è colmo di gratitudine per il tempo che abbiamo trascorso insieme. Ciao Genio

Gino Sartori Minài

Il blog ti ricorda con qualche foto di altri tempi in nostro possesso

 

In piedi: Franco Lorenzi - Sesto Bonifaci - Lionello Bonifaci - Sandro Dalla Via - Loreto Toldo - Piergiuseppe Lorenzi 

Accosciati: Sergio Lucca - Giorgio Toldo - Nicolino Moro - 
Tarcisio Fontana - Silvio Eugenio Toldo






E a Montepiano purtroppo...


Ieri notte è passato di nuovo un branco di lupi e ci ha nuovamente attaccato uccidendo 7 pecore nane d’Ouessat. Questa volta è la goccia che fa traboccare il vaso.
Fare agricoltura in montagna è una sofferenza, economicamente insostenibile e con l’introduzione e il non controllo (abbattimento) dei grandi predatori è assolutamente impossibile.
Molto probabilmente, dopo 15 anni di fatiche immense per ripulire Montepiano, quasi sicuramente chiuderemo!
L’unica cosa che può cambiare questo disastro è la politica.
Se vi va girate più che potete queste immagini.
Sono disperato.
Grazie.
La casa del Pastore Montepiano


Il lupo bianco - murale di Roman Linacero


Lo potete ammirare arrivando in Contra' Furlani sulla prima casa a sinistra di Tiziana Slaviero.

 

La vignetta


 

domenica 29 ottobre 2023

RDB 2023 - "Religiosi & Pellegrini"

El mondo lè drio nare in asèo...😑, 
ecco perchè in questa edizione 
è stata volutamente rafforzata 
una presenza "religiosa"...😂











E che dire di questo trio di "Pellegrini" 
reduci dal Cammino di Santiago?😊






Nella fase iniziale, dal X fino al XIII secolo circa, la nostra chiesa era un Ospizio. Secondo alcune ipotesi la fondazione della chiesa primitiva potrebbe risalire anche ad un paio di secoli prima del Mille.
E nulla può escludere che, metro più, metro meno, l'Ospizio fosse proprio lì, nel Pòrtego de Camilòto magistralmente retto dall'Abate Lucianus😉coadiuvato dalle Ancelle Silvia e Romina.












RDB 2023 - la cucina - il quadro più imponente

sempre bellissima e significativa




 

RDB 2023 - "i sghiràti"

Nell'ultima edizione forse era in bozza,
ma ora la ferrata è diventata realtà





 

L'angolo della Poesia


E arrivano 

le ore della sera,

quasi sfuggissero 

al tempo che passa 

e ritorna senza di me.


Io che sento anche l'ombra di ieri 

allungarsi sulla parete,

poi uscire in cerca di stelle,

di pace sommessa, 

di luce data per certa 

come vecchia promessa 

ancora da mantenere.


E arrivano

le ore della sera,

e la sera

e la cena 

e la tv accesa 

e il nodo da sciogliere 

più vecchio di me.


Francesca Stassi

La vignetta


 

sabato 28 ottobre 2023

RDB 2023 - Carlo dela Gigia

Bravissimo anche lui, 
perfetto per il suo ruolo 
che credo lo abbia ricoperto
 per tutte le edizioni!
Ma dime Carlo: 
quanta acqua te galo tocà bèvare? 
Parchè te ghe d'aver bio 
la lèngua sempre suta...😊

Càvene anca na curiosità:
La fantasiosa e particolare "mise" 
che ha incuriosito tanti...
ha a che fare con la guerra d'Etiopia?😊



 


RDB 2023 - I novelli sposi

 Valeria e Daniele

novelli Sposi in sfilata,

ma anche nella realtà!!!


...e anche al buon Pierangelo 

calza a pennello il ruolo 

che si è scelto d'interpretare!







Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...