La grande Rogazione di Asiago

Conosco il profumo dei ciliegi della Val Piana a Foza, il vento che accarezza Lusiana, la grandezza dei noci dei prati di Conco. Ho amici, che attendono la nostra allegria, alle Fosse di Enego. Distinguo il suono delle campane di Cesuna da quello delle campane di Canove o di Treschè Conca. So la profonda vastità della Val Frenzela a Gallio. Sento il tiepido sole, prima di tutti gli altri soli, della riviera di Roana e Mezzaselva. Bevo l’acqua delle fonti ai Lamara di Asiago, e conosco i prati, verdi e larghi, alle Ave. Sono di Rotzo ma sono vissuto, da sempre in altopiano. C’è un solo giorno in cui non mi sento asiaghese: e questo è il giorno della Grande Rogazione. La faccio da quando, ragazzo al liceo, fui invitato, come avviene, dai compagni di classe a fare questo cammino assieme a loro nella gioia euforica dell’adolescenza. La faccio sempre, sentendomi accettato ma “foresto” nell’anima. Perché la Rogazione è il giorno di Asiago, degli asiaghesi. E’ l’anima della gente di Asia...