mercoledì 31 ottobre 2012

Dal sojo de medojorno

Dal sojo de medojorno
a cura di  Cìcole e Ciàcole



Ottobre 2012
Cari Amici,
tante le vostre visite a questo bollettino,
veramente tante, 
come tanti sono stati i vostri consigli giunti sulla mail: 
lasingela@gmail.com
Consigli per aggiungere, togliere,
ridimensionare, modificare.
 Datemi ancora un po' di tempo per l'assestamento; 
è vero che non si può avere 
la presunzione di accontentare tutti, 
ma se qualcosina si può fare, credo sia giusto farla. 
Un sentito grazie anche per tutti i complimenti ricevuti, 
anche se tanti credo di non meritarli.
Io spero possiate seguire ed apprezzare 
anche i prossimi bollettini, 
con lo stesso entusiasmo che avete avuto per il primo.

§ * § * § 

Mercoledì 3 ottobre han fatto ritorno al paesello anche loro: le nostre mucche. Mi hanno colta di sorpresa impedendomi degli scatti più decenti di quelli che ho potuto fare loro in fretta. Ho sentito i loro campanacci, proprio mentre stavo preparando il pranzo. Io le aspettavo per sabato o domenica e invece hanno anticipato. Per fortuna che il nostro "fotoreporter Claudio" ha offerto un piccolo video per gli Amici del Blog, così le potete ammirare con più calma. Dite quel che volete, ma pure loro, nel loro piccolo san offrire ancora qualche emozione o no?

Cliccando qui sotto potete accedere al video.





Claudio Marangoni di Pedescala ha partecipato al concorso: "l'ape della Serenissima" in occasione della Fiera Nazionale "i giorni del miele" svoltasi a Lazise (VR) il 5-6-7 ottobre. Sono stati valutati i migliori mieli di produzione regionale del Veneto. L'apicoltura "kammestoan" di Claudio si è classificata al secondo posto nella classe "mieli speciali" col miele di tiglio.


Sabato 6 ottobre nel tardo pomeriggio, dopo la S. Messa, si è svolta la tradizionale processione con la Madonna del Rosario portata fino al Capitello della Torra dai nostri baldi Alpini (in jeep, non più a spalle) e alla fine hanno anche offerto un buon rinfresco. Bravi e un grazie agli Alpini. Iniziative sempre lodevoli!




Martedì 9 ottobre all'Università patavina, 
si è laureata in
"mediazione linguistica e culturale"   
Roberta Pretto.
Alla neo-dottoressa i nostri complimenti
e l'augurio di un brillante avvenire.





Il 14 ottobre nella Parrocchia di Santa Maria Maddalena di Forni è stata battezzata Aurora Sartori di Christian e Lidia Pretto. La famiglia abita a Valpegara.









Nella notte tra il 27 e il 28 
è ritornata l'ora solare.






 MERCATO A FORNI:
 ancora presente in queste prossime date:
 18 novembre
16 dicembre
23 dicembre (fino a sera) 





Durante il mese di ottobre, molti di noi sicuramente ricordano lo spettacolo delle rondini sui fili, pronte per migrare verso paesi più caldi. Io spero sempre che questo spettacolo torni a ripetersi quanto prima. Una illusa sognatrice? Può darsi, ma sperare non costa nulla!





La CORALE SULLE ALI DEL CANTO di Forni di Valdastico, ha partecipato assieme al CORO MONTE CAVIOJO di Arsiero, ad un concerto organizzato dalla Pro Loco di Cornedo Vicentino. Diretti entrambi dal Maestro Giulio Agostini, i Cori hanno fatto vivere al pubblico una   serata piena di emozioni.   

(Ha presentato i canti di entrambi i cori, la nostra Lucia)



La prima neve caduta in anticipo, ha fatto scappare dalla montagna le greggi che lentamente stavano scendendo a valle. Domenica sera, percorrendo il PIOVAN, un gregge di pecore affamate è arrivato a Pedescala e si è fermato sui "Prà de l'Astego". Uno spettacolo insolito che si ripete ogni anno in questo periodo; la vita dei pastori è tutt'altro che facile: freddo, pioggia e neve non fermano il loro andare, la secolare transumanza che si ripete senza sosta e che li porta a vivere ogni giorno con il gregge, accudendo i piccoli e cercando in ogni modo di curare ogni pecora che è il loro sostentamento.                                                                               Lucia
VALDASTICO CALCIO 
by Jona
23-9
Concordia-Valdastico          1 - 1
(Pettinà)
30-9
Valdastico-Azzurra Agno     2 - 0
(Agostini - Girdardin)
14-10
Giavenale-Valdastico           0 - 3
(Toldo - Sartori - Girardin)
21-10
Asiago-Valdastico               1 - 0
28-10
Monte di Malo-Valdastico    1 - 2
(Bertoldi - Girardin)


alla fine del mese diamo sempre i numeri...

ITALIA                      59.538                                    9.826

JAPAN                          2.599                                       309
AUSTRALIA                2.583                                       598
FRANCIA                     2.045                                       779
STATI UNITI              1.846                                       400
GERMANIA                 1.393                                        255
RUSSIA                        1.286                                        160
INGHILTERRA             241                                           62
SVIZZERA                      180                                           49
BELGIO                            97                                             --
GRECIA                            10                                            10
UKRAINA                          7                                              7       
                                 -----------                                   -----------
                              71.825                         12.455

N.B.: la colonna di sx è riferita al totale delle visualizzazioni dal 9 febbraio al 31 ottobre, mentre la colonna di dx è riferita al totale delle visualizzazioni nel mese di ottobre. Viaggiamo su una media di 350/400 visualizzazioni al giornoSono risultati che non possono non riempirci di gioia. Nel nostro piccolo le riteniamo cifre considerevoli e lusinghiere.
Da tutta la Redazione del Blog un sentito e doveroso grazie a tutti Voi, Amici visitatori che ci seguite.


LA FONTANA DI CONTRA' PERTILE


Il "lifting" alla fontana dei Pértile è concluso: notate la messa in risalto dei cavallucci, che erano stati fatti ancora tanto tempo fa dal Papà di Dario Bonifaci e ora, ritinteggiati, si notano molto bene. La pianta rampicante è stata messa a dimora e attendiamo che cresca...

Ancora una lode e un applauso a quanti han dato il loro contributo!


cavallucci




nel 2013...


attualmente...



  








  


POLLICE VERDE


Pare che questa espressione derivi dal modo di potare dei giardinieri che tengono le piante afferrandole delicatamente fra il pollice e l'indice; questo taglio provocherebbe la fuoriuscita della clorofilla dalla pianta macchiando così di verde il dito.  
Darsi all'orto o al giardino vuol dire abbracciare un'arte; andrebbe fatto con il gusto della scommessa, lasciando da parte il senso del dovere. La soddisfazione è assicurata sia nel vedere la pianta che cresce con i suoi tempi, sia nel seguire la natura, ascoltarne le esigenze. Avere il pollice verde non vuol dire solo gestire annaffiature, fioriture, semine, tempi di esposizione alla luce, livelli di temperature, ma anche scoprire proprietà medicinali e utilizzo in cucina delle nostre amiche piante.


Lo scopo del regno vegetale,
è di nutrire animali ed uomini,
consolidare il terreno,
accrescere la bellezza
e mantenere l’equilibrio nell’atmosfera.

Ecco alcuni nostri Visitatori che sicuramente hanno il "pollice verde"
(chi altri? - segnalatevi ed inviatemi foto sulla mail: la singela@gmail.com)

Claudio Màule con i suoi meloni...
e con le sue angurie...

Terry con i suoi ibischi...


I capolavori di Franca e Remo


















le prime coltivazioni di Franca






 il glicine di Germano










l'orto di Nonno Lino tassativamente biologico







I girasoli di Lino












I consigli della Nonna
1 - Se avete una spugna un po' logora, non gettatela, ma lavatela per bene ed inumiditela. Inseritela in un sacchettino di nylon e ponetela in freezer. Sarà sempre pronta ed utilissima per il sollievo di qualche piccola  contusione.

2 - Per  mantenere a lungo i biscotti ben friabili nel contenitore di latta, inserite anche un cucchiaio di riso che lo avrete avvolto nei sacchettini riciclati dei confetti da sposa.

3 -  Per verificare la qualità di un buon caffè è sufficiente versarne un cucchiaio in un bicchiere colmo d'acqua. Se la polvere galleggia vuol dire che è di buona qualità. 


No ghe zé farina sensa sémola, noséla sensa scorsa, gran sensa paja, e omo sensa diféti.








A so nà in oca...
(mi son dimenticato)







Le foto del mese
la prima neve della stagione: 28 ottobre
a sx e dx
la casa di Lino 
in Francia, 
peggio che da noi. 
Lino invia a tutti
un saluto




Un fià de bàgolo...


Quando l'autostima è un po' esagerata...


lunedì 29 ottobre 2012

Il Capitello dei Baise


La storia vera 
del Capitélo dei Baise
dedicato a San Giovanni Nepomuceno











L'uomo anziano stava tagliando con il segaccio una stanga per prepararsi la legna per l'inverno, quando il cane seduto accanto, balza in piedi ed abbaiando si dirige verso la fontana. Lui si ferma, alza il capo e guarda... Un forestiero sta inchinandosi, bevendo con avidità quell'acqua fresca e frizzante che sgorga dalla vicina sorgente e si sta aspergendo copiosamente il capo ed il collo. Gli si avvicina, resta un istante immobile, lo guarda... "forésto sto qua" pensa.  Ehi là… buongiorno, come mai da queste parti?

“Ho sentito parlare della Singéla ed ho voluto percorrerla anch'io... sono andato fino in Camporosà..., ma che tristezza... non ho incontrato nessuno e che faticaccia!” Immagino, risponde l'anziano, c’è già poca gente d'estate... pensi lei in questa stagione. Il forestiero  gira lo sguardo attorno: "Ma che posto stupendo qui. Bello, veramente bello e si domina tutta la Valle. Come si chiama?" Si chiama, come vede scritto lassù, Contrà Baise. E’ il soprannome delle famiglie Bonifaci che fondarono e dissodarono queste terre e vi abitarono per più di tre secoli. 

Queste otto case che vede, danneggiate durante la guerra del 1915-18, furono ricostruite, ma non sono mai state abitate! "E i loro padroni dove sono ora?" Sono sparsi per il mondo, Stati Uniti, Brasile, Francia... e l'anziano si girò da una parte per nascondersi e con il dorso della mano si asciugò una lacrima che gli scendeva sulla guancia. "Ma che fa lassù quella statua di Santo in quella nicchia, chiede il giovane puntando il dito. Chi rappresenta?" L'anziano, dapprima fissa a lungo il santo poi, rivolgendosi verso il giovane lo invita ad entrare in casa sua a ristorarsi con un po’ di pane e soppressa e un bel bicchiere di vino. Venga, entri pure, che così le racconterò... è una lunga storia sa...
                      Vede quella grande croce e quelle poche case quasi nascoste dagli alberi laggiù? Quel luogo si chiama  Belfiore e là vivevano i padri degli attuali abitanti di Casotto. 
Tantissimi  anni fa vi nacque un certo Giobatta S. che, stanco di roncare, far masiére e vanéde in un suolo ingrato che non permetteva di vivere, gettò pala, picco e gerla giù per un burrone e si arruolò nell'esercito austriaco però, essendo Persona aliena alla disciplina, soprattutto a quella tedesca, ed avendo appreso le elementari basi del vivere in modo civile, abbandonò la vita militare ed entrò in una "Compagnia  del dovere". Costoro erano operai specializzati nelle costruzioni di chiese, ponti e di tutto ciò che era opera d'arte. Girovagò  per mezza Europa, da un cantiere all'altro e alla fine si stabilì a Praga accontentadosi di fare qualche lavoretto per vivere. Un giorno stava ripulendo una statua rappresentante un sacerdote: abito talare un po' sdrucito, fascia nera intorno alla vita (simbolo dei confessori predicatori), un berretto tricorno, il braccio destro alzato all’altezza della vita, la mano  con le tre dita aperte come per dare l'assoluzione ed il viso sorridente. Non sapeva perché, ma quel personaggio gli piaceva!

Statua sul ponte Carlo
Ponte Carlo
Il Padre Priore della chiesa  gli si avvicinò e gli chiese se voleva sapere chi fosse mai quel santo. Guarda, gli disse, leggi la scritta sullo zoccolo. Era scritto: S. Giovanni Nepomuceno.
Nato a Nepomuk nel 1330 e morto a Praga nel 1383. Sacerdote, martire, confessore. Costui, proseguì il Priore, fu consacrato prete a Praga, rinunciò a tutti gli onori offertigli per la sua bravura, divenne predicatore alla corte di re Venceslao (uomo depravato, re fannullone) e confessore della regina Giovanna, donna onesta e pia. Il marito, dapprima  lo accusò d'esserne l'amante lui, e poi volle sapere allora il nome di quell’altro. Davanti al rifiuto di Giovanni di svelare il segreto della confessione, lo fece incarcerare, torturare e gettare vivo nella Moldava, tra il sesto e il settimo pilastro del ponte Carlo.
 Per una settimana il suo corpo rimase in superficie ed  emanava luce al pari del sole. Una corona di cinque stelle gli cingeva il capo, poi spari. Il popolo gridò al miracolo e cominciò ad invocarlo contro tutti i danni ed i pericoli dell'acqua. Era l'anno  1383. La chiesa cattolica lo onorò subito come martire difensore del segreto del Sacramento della Confessione. La sua fama si diffuse in tutta la Boemia e  furono erette statue in suo onore sui ponti e nelle chiese e nel 1599 fu proclamato Protettore di tutta la Cecoslovacchia. 
Cattedrale di San Vito dove ci sono le spoglie
Si stavano nel frattempo propagando le idee di Lutero, che in poco tempo fecero molti proseliti.  Nel 1619 scoppiò la guerra fra le due fazioni: protestanti contro cattolici. Le statue di Giovanni Nepomuceno furono distrutte. Il conflitto finì con l'amara vittoria dei cattolici e per rimettere in piedi la chiesa boema, il Papa inviò i Gesuiti, sacerdoti intelligenti ed istruiti.
In pochi anni riuscirono a ricostruire chiese, ospedali,  ospizi, collegi ed università.

tomba del Santo


     Un giorno il nostro Giobatta, viene chiamato in un seminario per ringiovanire una statua che doveva servire per una processione. Il Padre gliela presenta: grandezza d'uomo più lo zoccolo, uomo di bella presenza, capelli neri sciolti sulle spalle, una corona  a cinque stelle sul capo, abito talare sopra una cotta con bordura rossa, una stola dorata, una cravatta verde con un monile d'oro. Un rocchetto sulle spalle, sopraveste bianca di lino con pizzo. Nella mano destra tiene un crocifisso aperto che fissa, nella sinistra una palma d'oro, simbolo del martirio. Fatto l'inventario, il Padre gli tende un plico. Qui dentro troverai tutto ciò che dovrai fare. Arrivato all'alloggio, chiama l'amico tedesco Paulus, il quale comprese subito la tipologia del lavoro e gli dice: “lascia, preparo io tutto il materiale… facciamo assieme… qui c'è da guadagnare!  In una settimana il lavoro fu eseguito, rimaneva da fare  solo la placca dello zoccolo, la dicitura era nel plico. Giunto in camera aprì la busta e non credette ai suoi occhi. C'era scritto: San Giovanni Nepomuceno patrono della Boemia, Martire, Confessore. Nato a Nepomuk nel 1342 morto a Praga nel 1393. Ma… le date..., ma anche i vestiti... saranno due  i Giovanni? Ma nelle carte qui c'è scritto che era un canonico, morto per annegamento per aver disobbedito al re Venceslao... Guardò  bene nel plico  e trovò...  De beatificatiionis... era scritto in latino, ma ne sapeva a sufficienza per capire ciò che era scritto. Nella causa di beatificazione i miracoli li aveva compiuti Giovanni Nepomuceno nato a Nepomuk nel 1330  gettato nella Moldava nel 1383 per non aver rivelato il segreto della confessione. Si recò presso l'amico, ma lui era ateo. Le vostre storie a me non interessano! Prese la dicitura, la scrisse sulla lamina, la fissò sulla statua vera o falsa ...
Prese i denari,  fece a metà e li portò' a Giobatta.
Dopo quarant’anni trascorsi in giro per l'Europa a costruire cattedrali, ponti, collegi ed ospedali, Giobatta S. era ritornato nel suo Paese a Belfiore, ma non aveva più trovato la contrada piena di vita che aveva lasciato a suo tempo. I suoi abitanti erano scesi giù in Valle. Dove prima avevano i casotti per gli attrezzi, ora avevano costruito le case d'abitazione.
Lassù  non erano rimasti che l'Amabile ed il vecchio Samuele. In una vecchia stalla, si allestì un "Atelier d'artista" come dicevano quelli che lo visitavano.

Nella sua testa era rimasto ancora un sogno: creare una vera statua di San Giovanni Nepomuceno. Come lo vedeva lui: "un umile prete" martire, annegato per non  aver violato il segreto della confessione. Non quelle false statue con quei canonici prelati carichi di vestiti pomposi che aveva visto a Praga e poi tutte quelle false date di nascita o di morte.
Cercò  nel bosco un bel frassino, ne tagliò un pezzo d'un metro, lo lavorò fino ad ottenerne  il tronco con le gambe; con un ramo storto fece il braccio destro  e la mano con le tre dita aperte come per dare l'assoluzione. Fece una bella testa sorridente, mise il tutto insieme. Chiamò  l'Amabile, le chiese una còtola nera e imbastì un abito da sacerdote. Lo vestì, cinse la vita con una sciarpa, gli mise in capo il berretto a tre punte con il fiocco: "ecco il vero Santo", disse a Samuele. Quando morì tutto il Paese salì  lassù per portarlo al cimitero e scesero anche con la statua. Fu benedetta e posta sopra la porta laterale. Il Santo venne dichiarato Protettore, assieme a S. Vigilio, della chiesa.
              Passarono gli anni e con essi anche i Patroni del nostro Paese. Era il momento dei Francesi  che dovevano portare: “Libertà, Egualianza, Fraternità”, invece portarono solo guerre, morti e disordine. Lassù ai Baise un giovane ventenne sdraiato in Cima al Campo, osservava uno strano via vai di soldati alla  "Sega de Rossa" (così si chiamava la località  Maso a quel tempo). Lì  era il centro amministrativo di tutta la Valle. Pupà…Pupà…,disse il figlio al padre Basilio… i francìsi… i scapa…. Fursi sì Piero, rispose il genitore, ma 
sta ténto fiòlo che i lassa sempre in giro soldà... Quella sera Piero aveva appena consegnato il carico di carne di maiale (di contrabbando s’intende) quando udì delle grida provenienti dalla chiesa. Due soldati  francesi, ciùchi spolpà…stavano distruggendo tutto quel che vedevano. Uno stava per demolire col calcio del fucile la statua del santo. Piero non ci vide più… prese prima uno e poi l'altro e li lanciò come fuscelli giù per la scarpata! Prese la tovaglia per terra, avvolse la statua e si dileguò verso la Torra.
Il Papà Basilio si alza presto al mattino per governare le bestie, va verso il "grippiòn" per prendere il fieno. Diventa pallido, gli manca il fiato. "Lussia… Lussia…nemo
védare… el ghi nà fato una de grossa sta volta"...  Gesumaria stavolta semo tuti morti… fa la mamma facendosi due tre segni della croce, vedendo la statua dentro el grippiòn. Ehi… silenzio, dice Piero presentandosi davanti alla porta. Nessuno parli. Passò qualche mese e sentendo che a Casotto nessuno reclamava  la statua, cominciò a fare la nicchia lassù dove si trova ora. Il giorno di San Rocco fu  posta la statua e i Baise fecero festa e lo dichiararono loro patrono!

 Lino Bonifaci 
da Echirolles Francia
(storia vera raccontata a Lino dallo zio Ste

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...