giovedì 5 aprile 2012

La notte delle palme a San Piero


     
Molte tradizioni che erano parte viva dei nostri Paesi sono scomparse lasciando spesso un vuoto che non si può riempire con la modernità, niente le può sostituire.
E’ per questo motivo, che in questi ultimi anni, si è cercato di ricordare e insegnare tutto quello che faceva parte della quotidianità e dei momenti particolari dell’anno.
A San Pietro, quando si dice “notte delle Palme” significa scherzi, burle, dispetti che hanno radici molto lontane e che sono una tradizione che, in tutto il territorio circostante, non trova similitudine.
Parliamo di dispetti e non di danni; scherzi pensati da veri professionisti che per settimane pensano chi prendere di mira. E chi si può prendere di mira per questi particolari scherzi? Sicuramente chi si vanta di qualcosa, chi si presta per essere preso in giro,chi magari è antipatico, chi possiede qualcosa di particolare da far sparire e farlo ritrovare da un’altra parte. Questo il senso del dispetto: pensare qualcosa , agire, farla ritrovare e non essere mai scoperti! Nel secolo scorso, quando i “cessi” erano fuori di casa, molti al mattino si recavano per i bisogni fisiologici e non trovavano più il loro “cesso”! Si racconta che una volta una persona si è chiusa dentro ed è stata portata altrove insieme a tutto il catafalco! Addirittura ci si poteva trovare in tre squadre diverse, tutte rivolte a fare lo scherzo alla stessa persona, senza saperlo! La regola da seguire è sicuramente quella del silenzio assoluto, negare sempre, far finta di non sapere perché mai bisogna essere scoperti. Certo è che se ad agire sono professionisti del dispetto, non si corrono pericoli, ma basta che uno dica una parola di troppo, che tutto il segreto rischia di essere portato alla luce.
Quali sono stati gli scherzi fatti agli abitanti del paese? Si racconta che …. i carretti venivano portati via dalle rimesse o dalle corti e trasportati lungo la “Singela”… la statua del Santo ai Baise, tolta dalla sua nicchia…scambiato le galline nei punàri… legato i batocchi delle campane con un lenzuolo… scambiato i vitelli nelle stalle… dipinto un cavallo… levato le ruote a una macchina e tanti altri dispetti che finivano senza danni. Tutto veniva ritrovato il giorno dopo e l’argomento da chiacchierare era assicurato! In questi ultimi anni, sembra che la tradizione si sia un po’ “assopita”, ma di certo in tante teste ronza sempre il pensiero di poter fare ancora qualcosa di tanto clamoroso, da far parlare il Paese per le settimane a venire. Oltre al silenzio la regola è che il dispetto non danneggi nessuno, che il mal tolto sia trovato e che rimangano solo le supposizioni e le chiacchiere della gente.
Qualsiasi gesto che non segue queste indicazioni, non è un dispetto della notte delle Palme.

Lucia Marangoni

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