sabato 30 giugno 2018

La barchetta di Cinzia Giacomelli

Particolarissima questa foto che m'invia Cinzia. 
C'è la barchetta e anche un pezzettino di Paese 
e pure capovolto... 
Qui ci sarebbe bisogno di un luminare per l'interpretazione ;-)

Un sereno fine settimana a tutti!


1.250.000 veneti rischiano di rimanere senza dottore



Il dibattito è rovente ormai da mesi, ma ora il livello di guardia sembra raggiunto con il grido d’allarme di chi vuole avvisare i cittadini veneti che esiste un grosso rischio che si resti senza medici di base. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la delibera che bandisce 60 nuovi posti nell’ambito del corso triennale fino al 2021, per la formazione in medicina generale. Un aumento di 10 professionisti rispetto all’anno scorso, ma irrisorio a fronte di ben 1572 uscite nei prossimi 9 anni. Insomma, per Giovanni Leoni, presidente dell’ordine dei medici, che parla anche a nome del sindacato Cimo, si tratta di un numero quasi ridicolo che mai riuscirà a fronteggiare l’emorragia  in corso da anni.
Il fabbisogno regionale sarebbe di almeno 100 al momento. Con l’occhio al futuro, il rischio è che 1.250.000 veneti rimangano senza medico di base.
Secondo la denuncia dei camici bianchi, inoltre, il Veneto sarebbe stato sacrificato rispetto ad altre realtà del Nord, con la Lombardia che potrà contare su 65 dottori in più, Emilia e Toscana 20.
Il governatore Luca Zaia, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera al ministro della Sanità per portare alla luce di Roma la necessità di fare fronte ai vuoti che si stanno registrando in alcuni comparti e di aumentare i posti nelle scuole di specializzazione.

L’importanza del medico di base
In Veneto il 20% dei cittadini già oggi riceve le cure primarie sul territorio grazie a una assistenza congiunta di medico di famiglia, infermiere e collaboratore di studio. Questa integrazione tra diverse figure professionali che lavorano insieme, collaborando con i medici specialisti, può risultare vincente per rispondere ai bisogni di salute di una popolazione nella quale la prevalenza di persone anziane con malattie croniche è in costante aumento.
di Redazione AltovicentinOnline

Nido di cincia - Entrata della casa di Carmen e Mario in contra' Lucca - Quando si dice carenza di altri posti... ;-)


(foto inviata da Alda e Loris)

Ci sono i gigli di mare, ma anche quelli di montagna ;-)


 di questo fiore non so il nome
(E.S.)

venerdì 29 giugno 2018

I video di Gino Sartori - C'era una volta la Val d'Astico (aggiornato al 2017)




Oggi, che è il giorno del Patrono di San Pietro, vi propongo questo video perchè sono convinto che se anche lo avete già visto tempo fa, lo guarderete ancora  volentieri, anche se dura un'ora e diciotto minuti. (guardatene un pezzettino al giorno)
Buona visione e buon San Piero a tutti!!! Gino

(volevo chiedere anche... se qualcuno possiede delle foto vecchie, ma non solo, che ha piacere condividere, io sto già lavorando all'aggiornamento per il 2019, ne basterebbe anche solo una per famiglia... grazie per la collaborazione)

Gigli di mare




Sono particolari e bellissimi! Io non sapevo nemmeno esistessero... Me li invia Davide dal Cilento.

E... lassù sulle montagne... tra boschi e Valli d'or... nido di merlo nel roseto di Madame Odette


Non solo in alta quota come da Madame Odette, ma anche nelle città. Questo è un timido riccio nel giardino di Agos






giovedì 28 giugno 2018

Ciauscamìnti (3)



Questo è un Post sul tema dell’Antica Lingua, cioè del CIMBRO, dove si possano lasciare testimonianze, commenti, domande, chiarimenti, parole, racconti, poesie, ecc., con particolare riferimento ai suoi retaggi nell’Alta Valle dell'Astico, ma non esclusivamente.

Il video che presentiamo al link seguente, è una testimonianza di Cimbro dei 7 Comuni (C7C) letta da Costantina Zotti (1904-1980), di Mezzaselva (Toballe), una delle poche "memorie storiche viventi" di questo idioma in epoca recente. In calce è reso il testo scritto, per chi voglia cimentarsi nel confronto. 
Gianni Spagnolo
13/6/2018

Dar main lant Tobàlle voar me èersten un gròozen khriighe, gamàchet von taützen un bèllaschen, ist gabeest viil èrm. De laüte saint galeebet bia se habent gamöghet. De manne saint gant khoolan in de taütze èerda pa langaze un gakhèart pa hèrbaste met-ten sain fagötten, ba-in habant-sa gahàt z gaplèttarach zo rüstan-sich: an paar jakétten, paar prüüche, und habent gahàt anka an gabànt vor in suntakh, vor benne se saint gant in-z lant. Antì-an mann hat galìmmet naach sain baip òch zo machan èzzan, bèschan und haltan-se saubar, salpan de schuughe memme smèere òdar memme sbèertle, dii ba-se habent gatràghet in d èrbot. Memme zimbro habant-sa-sich gamàcht bosteenan une fadìghe, und saint gabeest gaséghet ghèrne. In de manade, ba-de saint gabeest dehiin, in-z lant hat-sich gasècht baibar und alte manne un khindar. Azàbazen vraan in haüsarn habant-sa gaspiilt de khügallen, gamàchet abe von püüblen memme hèmmarle met-ten zennen, un denne gaslìart, zòa-se khèmman pummalot. Ambrùmme se saint bagalot, gheent-sa nèt pa loche. Un denne de diarn un püüblen habent gasprìngat-en zùa. Diise saint gabeest de spill von lora. Andarst ke hèmmest, in de jaardar da, habant-sa gaèrbatet alle in d èkhare, gaseent bòotze, ghèersten, linsen, èrbasen, fasööl, in de gaarten rajìkken, salàtten, skarlògnen, schavéllen. De pataaten habent ghèt viil zo tüünan: èarst inpraachan d èerda, tarazzaaran in zbeen met-tar schavéarn, legan auz mist, seenan-se, un benne se saint gabeest gabüürtet, jèttan-se met-tar spitzaben; darnaach zegan taaghe rajaaran-se met-tar zappen und pa hèrbaste hooban-se auz. De khindar habent gahölfet lèsan-se au und galéghet inn in de sekhe, un denne gatràghet hòam au in de aksel. De gròozen saint khènt ghèzt von laüten un de khlòonen gasiidet vor de sbainlen, gamìschet met an mintzikh meel un grüschen und saltz. Vor an paar manade habant-sa ghèzt lautar in in tròkh, und pa lest amme fizz. In viar, vüf manade se saint gastànt bool, saint-sa khèmmet naünzkh und hundart kilen òch. Benne saint gakhèart de manne von dar èrbot òdar mintzikh darnaach, habant-sa-se gatöötet, galéghet inn in de multra un gajùkhet au gasiidanz bazzar zo raspan-se abe schöön, gahénghet au, gahàkhet òffen zo lèmman auz de büürste, de lèbara, z hèertze und allez dèz, baz ist gabeest inn. Benne is gabeest gatrükhent, habant-sa-z gahàkhet au. Z pézzorste vlòasch is khèmmet ganützet vor de salaaden, un me andarz de mosétte, de bortandèllen un anka de plütpaslen. Diise lesten khèmment gamàchet memme pluute un an mintzikh vòozez me pauche. Gahàkhet au de pòondar un gapìntet òan vor òan, und asò de ripplen, habant-se gahénghet au in de steebar und untarn in travadüarn zo trükhanan, met an mintzikh bèrme und rooche, ba ist khènt auz me khèmminghe, ambrùmme lora in alle de haüsar is-ta gabeest dar hèart met-tar heelen un gahànghet au an khezzel òdar haabo zo machan èzzan. Da is-ta gabeest de schaufala zo lèmman auz de èscha un de glüüte, de magneeka, an plaasar zo züntan au un dorlèntigan z vaür. Khlòaz gasbàindarach ist khèmmet ghèzzt voar von allame. De bortandèllen un de plütpaslen habant-sa-se gasiidet inn in de sauren kapützen. Lora de fameejen habant-se galéghet dehiin sèlbort, gahàkhet, finaart sobìa de lasègnen, un in anan gròozen mastèll hültzarnen, an zikkel at-te bòtta, mit an hantfala saltz an mann òdar an baip habant-se gazòkkelt iidar met-ten zòkkeln in de vüüze.

Sagra di S. Pietro


Macroglossa


mercoledì 27 giugno 2018

I video di Gino Sartori - Lagorai "malga Cere" - 21 marzo 2017 -



Malga Cere si trova a 1713 mt di altezza, in un punto panoramico che domina la Val Calamento, nei Lagorai occidentali. Per raggiungere Malga Cere si percorre un sentiero (400 mt di dislivello con uno sviluppo di circa 2 km) e si attraversano boschi di conifere. Malga Cere un tempo era la stalla che fungeva da ricovero per le mucche nella stagione dell’alpeggio; oggi, completamente ristrutturata, rispecchia esternamente le caratteristiche tradizionali originarie e all’interno offre un ambiente caldo e accogliente. Dai pascoli salgono le cime vicine del Setole, del Valpiana e del Bortolo, teatro della prima guerra mondiale e ora meta di escursioni e trekking. Gino

Forte Lisser: il "leone" rinnovato (gdv)


martedì 26 giugno 2018

Il M° GIORGIO NICOLUSSI



Credo che per un Insegnante, essere ricordato dai suoi Alunni, sia un'emozione non da poco. 
La classe del 1965 per esempio, s'incontra ogni anno davanti ad una pizza col suo Maestro Giorgio Nicolussi che li ha seguiti dalla prima alla quinta elementare. Se a distanza di 40 e più anni persiste ancora questo affetto, è segnale che la semina è stata buona. 
Sabato sera, con un po' di ritardo, hanno festeggiato i suoi 80 anni... (li ha compiuti nel dicembre scorso)
Marina m'invia le foto per condividerle con voi tutti!
Un augurio in ritardo al Maestro anche da parte nostra ed un applauso se lo meritano anche gli Alunni! (Marina, Silvia, Ornella, Roberto, Antonio N., Antonio L., Francesco, Manuela, Claudia, Loredana)

24 giugno a Forni festival NO A31










(salviamo la Val d'Astico FB)

Tonezza: Profughi del Belvedere addio. L’albergo chiude con la festa africana.



Ha ospitato oltre 500 richiedenti asilo in 3 anni, ma adesso lo storico albergo Belvedere di Tonezza del Cimone chiuderà i battenti. E per dire ‘addio’ ai profughi africani la titolare dell’hotel che a fine ‘800 ospitò lo scrittore Antonio Fogazzaro, ha organizzato con loro una festa in perfetto stile ‘afro’ ed una partita di calcio tra i ragazzi ‘tonezzani’ gestiti dalla cooperativa  ‘Con Te’ di Quinto Vicentino e quelli della cooperativa vicentina ‘Mani in pasta’, arrivati in pullman.
Dal 31 luglio infatti con la fine dell’attuale gestione se ne andranno dal territorio comunale anche quegli ultimi richiedenti asilo che dal giugno 2015 sono stati protagonisti della cronaca locale tra alzate di scudi dei comitati, timori dei residenti e ostilità dei commercianti, che li vedevamo come un pericolo pubblico e una mina per il già scarno turismo locale.
‘Non posso fare altrimenti – ha spiegato la titolare dell’albergo Stefania Casarotto – ci è stato aumentato l’affitto a 10 mila euro e purtroppo l’introito che ci deriva dall’ospitare gli attuali 40 richiedenti asilo non copre le spese. Sono amareggiata, ma dobbiamo poter vivere’.
Dal giugno 2015, quando l’affitto era meno di un terzo di quello richiesto adesso, ha detto Franca Cogo, madre della titolare, abbiamo ospitato 500 ragazzi diversi, in particolare dalla Nigeria, dal Ghana, dal Mali, dalla Costa d’Avorio. Alcuni non erano in grado nemmeno di tenere il coltello in mano, quasi tutti erano analfabeti. Da allora abbiamo insegnato loro tanto, ma abbiamo ricevuto in cambio un carico umano indescrivibile. Io personalmente non ero pronta a questa cosa incredibile che è la vita africana. Tanti se ne sono andati via da qua piangendo’.
Sarà anche l’effetto Salvini’ ma è un dato di fatto un calo generale degli arrivi, tanto che, da 80 richiedenti asilo che poteva ospitare l’albergo, la cooperativa ne ha lasciati in gestione al Belvedere solo 40. Troppo pochi per far fronte alle spese di gestione della struttura. E adesso la cooperativa li sposterà in altri centri di accoglienza o in appartamenti, soprattutto nelle zone di Schio e Thiene.
‘So che la gente li ha sempre mal sopportati – ha raccontato ancora Franca – ma loro non hanno mai fatto del male a nessuno, né in albergo, né in paese. Nessuno può ricordare un episodio di violenza verso gli abitanti di Tonezza, perché non c’è stato. Non hanno mai rubato, non sono mai stati aggressivi, nè invadenti. Se anche mi sfioravano il braccio per errore si scusavano non so quante volte dicendomi: ‘Sorry Mamma, sorry’. Anche Patty, la giovane cameriera ghanese in Italia dall’età di 5 anni, che aiutava in albergo, ha confermato che anche con lei erano tutti rispettosi, e che la trattavano ‘come una sorellina’.
Su 500 ragazzi, quasi tutti giovani sotto i 30 anni, che sono stati ospitati al Belvedere, circa 50 hanno ottenuto il permesso di soggiorno, si sono sistemati, hanno trovato lavoro, molti adesso sono sposati. ‘Nessuno con una italiana, però’ – ha puntualizzato Franca. Molti invece sono letteralmente scomparsi, una volta che escono dal controllo della cooperativa perché legalmente non possono più avere lo status di richiedenti asilo, non si sa dove vadano, non so se trovano un lavoro o una casa. Tanti di questi che sono stati in albergo li ho intravisti per strada, a Vicenza. Questo è il vero dramma’.
Al di là del campo da calcio, in centro paese, molti tonezzani, in particolare i commercianti, tirano un sospiro di sollievo. ‘Sono contenta che se ne vadano –  ha detto la signora Denia, titolare del bar centrale ‘La Piazzetta’, uno dei pochi che ha resistito alla crisi inesorabile degli esercizi pubblici di Tonezza – perché spero che il turismo del paese possa riprendersi un poco. Da quando sono arrivati i richiedenti asilo certi turisti non sono più venuti, me lo hanno detto chiaramente. E se anche per alcuni la presenza dei profughi non era di nessun rilievo, molti si sono lamentati perché sporcavano il piccolo parco giochi lasciando immondizia, o peggio. E io non mi sentivo certo sicura ad andare in giro la sera tardi, con solo loro a camminare per le strade’.
Marta Boriero 
altovicentinonline

Sarà l'altitudine... sarà l'aria... sarà la quiete... saranno le speciali attenzioni di Fanny..., ma qui la sensazione è che siano sempre "ispirati"... ;-)))



Chiocciola di bosco a Velo d'Astico





Evviva l'estate! 
Fiori e zucchine appena raccolti. 
Per info e acquisti 
Elisa 333/8552724

Non sempre ci accorgiamo di tanta altra vita attorno a noi... Un uccellino alle prese col suo primo volo e caprioli in campagna a S. Pietro di buon mattino




(E.S.)

Potenza del nome

[Gianni Spagnolo © 25A20] A ben pensarci, siamo circondati da molte cose che non conosciamo. Per meglio dire, le vediamo, magari anche frequ...