SOS anfibi a Forni di Valdastico





SOS Anfibi a Forni
Gli anfibi sono probabilmente la classe di vertebrati più minacciata al mondo. L’essere sensibili ai cambiamenti ambientali e climatici li rende degli ottimi bioindicatori, ma allo stesso tempo anche altamente vulnerabili. Una delle maggiori cause del loro declino è certamente il degrado ambientale e la perdita degli habitat, se si pensa ad esempio alle bonifiche, al prosciugamento di aree umide per l’aumento dei periodi di siccità, all’inquinamento delle acque con scarichi di varia natura etc.
Un altro pericolo a cui sono sottoposti è legato a ciò che mangiano, insetti ed altri invertebrati, spesso contaminato da pesticidi e sostanze chimiche che agiscono sugli animali a livello nervoso, epidermico e ormonale.
Altro fattore che impatta sugli anfibi è l’introduzione di specie aliene, cosiddette perché “estranee” a quell’ambiente ovvero introdotte più o meno consapevolmente dall’uomo. Queste specie entrano in competizione diretta con le specie dette autoctone (locali) o ne alterano la vitalità, anche introducendo nuove malattie che localmente possono causare estinzioni di intere popolazioni di anfibi. Si parla di patogeni che non sono pericolosi per l’uomo, ma, che per animali così sensibili, sono una catastrofe paragonabile alle pestilenze epidemiche che si diffondevano anche tra gli uomini fino a qualche centinaio di anni fa.
Ultimo fattore che incide sulle popolazioni locali di questi vertebrati ectotermi, per meglio dire a “sangue freddo”, è il traffico veicolare, che non si ferma certo per il passaggio di decine, a volte centinaia, di individui in una sola notte. Maschi e femmine di alcune specie di anfibi sentono in primavera un richiamo verso le aree umide in cui deporre e fecondare le uova. Frementi per il desiderio di riprodursi non attraversano le strade guardando a destra e a sinistra, ma vanno dritti alla loro meta, che spesso si tramuta in suicidio.
L’impatto che i veicoli hanno sulle popolazioni, in particolare di rane e rospi diventa a volte davvero forte. 
Forni rappresenta uno di questi casi. 
Da decenni, rane e rospi si spostano verso le pozze al limitare del torrente Astico e vari testimoni citano distese di animali che attraversavano la statale. La normativa prevede che le specie di anfibi siano protette e che si possano prevedere degli accorgimenti sia per limitarne le perdite che per evitare sbandamenti da parte degli automobilisti, poiché, uno strato di animali e uova schiacciati sulla strada, la rendono fortemente scivolosa. Il posizionamento di cartellonistica stradale col segnale di pericolo, rallentatori di velocità, la predisposizione di tunnel sottostradali detti “rospidotti” o di barriere mobili, sono esempi di accortezze che possono salvare la vita sia agli animali che agli automobilisti.
Il Gruppo SOS Anfibi di Vicenza, che agisce dal 2016 in tutta la Provincia, è un gruppo di semplici cittadini che si sono attivati con l’intento di preservare le popolazioni anfibie della Provincia. 
È in continua crescita il numero dei siti segnalati da persone sensibili al tema e preoccupate di quanto sta accadendo a questa fetta di microfauna che vuoi perché “i me fa schifo”, “i zè bruti” o “non li gò mia visti” è comunemente bistrattata. 
Il gruppo SOS Anfibi ha accolto la richiesta di aiuto da parte di alcuni cittadini che vedevano la moria di animali lungo la strada provinciale SP 350. Contattata l’Amministrazione Comunale e la Provincia, il gruppo ha ottenuto l’autorizzazione per installare delle barriere mobili: utili strumenti per canalizzare la migrazione nel modo desiderato, costituite da un semplice telo fermato a terra da picchetti. Le barriere si dicono mobili appunto perché dopo il periodo di migrazione vengono smontate, lasciando il paesaggio esattamente com’era al momento del loro posizionamento. 
Quella di Forni è la prima barriera installata in Provincia, una grossa novità quindi! Il progetto di tutela di questo sito è ancora in fase sperimentale e necessiterà sicuramente di migliorie che si valuteranno in corso d’opera. Per ora si può dire che l’unica specie finora monitorata è il rospo comune (Bufo bufo) e ciò fa presumere che localmente le specie di rana citate da alcuni conoscitori del luogo siano al giorno d’oggi scomparse. Infine il sito riproduttivo prescelto dagli animali sembra essere l’area umida creatasi nell’ex cava. Lì gli animali trovano un ambiente sufficientemente adatto, anche se degradato, per deporre le uova e permettere così alle future generazioni di vivere in questa meravigliosa valle: la Val d’Astico.

Per qualsiasi informazione e/o per diventare un volontario ci si può rivolgere a SOS Anfibi di Vicenza (FB) o all’indirizzo sosanfibivicenza@gmail.com





Commenti

  1. Quello che sta accadendo a noi stessi, fra un paio di generazioni...
    saremo come i rospi, estinzione prossima, avvelenati e/o schiacciati
    dalla prepotenza del dio palanca...

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  2. Arrivo di razze non autoctone vedi aironi stanno distruggendo tutto

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