Avrebbe potuto essere una utile serata informativa sulla
nuova Ulss 7 Pedemontana e invece si è trasformata nella più classica
delle bagarre da consiglio comunale, dalla quale però è emersa una
importante novità: “il tanto detestato project financing grazie al quale
l’ospedale di Santorso è stato costruito in collaborazione tra pubblico
e privato, oggi è garanzia di sopravvivenza dell’ospedale stesso,
perché i privati devono rientrare dei soldi investiti”.
Un concetto un po’ difficile e solo accennato alle 500 persone
presenti, arrivate al Lanificio Conte ieri sera per ascoltare dal
direttore generale Giorgio Roberti, da Robertino Cappozzo (presidente
del comitato dei sindaci del distretto 2 della Ulss 7) e dal sindaco
Valter Orsi le novità inerenti all’incorporamento della ex Ulss 4 Alto
Vicentino nella 3 bassanese.
Un incontro pubblico organizzato per dare risposte su un tema
fondamentale: la Sanità. Un ottimo proposito quello del primo cittadino
di Schio, che probabilmente avrebbe voluto spiegare in modo concreto che
cosa significa avere una nuova Ulss con 3 ospedali di riferimento
(Santorso, Bassano e Asiago), ma che ha dovuto lasciare per l’ennesima
volta spazio ad una campagna elettorale che, pur essendo conclusa da
ormai quasi 3 anni, a Schio sembra essere sempre in corso.
Pensare che Orsi fin dall’inizio aveva detto chiaramente che tutte le
forze politiche, alle scorse regionali, avevano spiegato come la
riduzione del numero delle Ulss fosse inevitabile, mostrando in apertura una slide di Luca Zaia (governatore Lega Nord) e Alessandra Moretti (sfidante Pd) una slide riassuntiva di un concetto che pareva chiarissimo.
riduzione del numero delle Ulss fosse inevitabile, mostrando in apertura una slide di Luca Zaia (governatore Lega Nord) e Alessandra Moretti (sfidante Pd) una slide riassuntiva di un concetto che pareva chiarissimo.
“Un vero peccato – ha commentato Robertino Cappozzo rammaricato –
Questa sera si è persa un’occasione importante per fare chiarezza sulla
riforma sanitaria e che cosa comporta nella vita reale dei cittadini e
si è lasciato spazio ad un dibattito politico che non c’entra nulla con
l’argomento”.
Gli spunti, per fare domande e avere risposte concrete che toccano la vita di tutti i giorni, a dire il
vero c’erano fin dall’inizio. “Siamo passati dai 410 posti letto del
Boldrini di Thiene e i 380 del De Lellis di Schio a 80 letti a Santorso –
ha iniziato Orsi con tono preoccupato – Di fronte al taglio delle 21
Ulss, noi sindaci dell’Alto Vicentino abbiamo fatto squadra e abbiamo
chiesto di non unirci a Vicenza ma a Bassano, per rimanere in una
dimensione più piccola, che ci permette di monitorare il livello e la
funzionalità dei reparti, che dovranno funzionare bene e per un numero
minimo di pazienti, altrimenti rischiano la chiusura. Se fossimo andati
con Vicenza, sarebbe stata una ‘lotta’ tra 5 ospedali”.
Orsi ha poi ricordato che, essendo Vicenza una provincia con la
maggioranza degli abitanti che vivono fuori dal capoluogo e con
differenze di territorio importanti (pianura, città, montagna e
campagna), era tangibile la necessità di una Ulss staccata. Una
necessità ribadita da Cappozzo, che ha spiegato il grande lavoro fatto
dall’allora Conferenza dei 32 Sindaci dell’Ulss 4 per far accettare la
richiesta alla Regione Veneto, che da subito avrebbe voluto creare solo 7
Ulss provinciali.
Il cambio di rotta imposto da Roma e che, a furia di tagli, procede a
livellare in orizzontale tutti i servizi, trascinando i ‘più bravi’
verso il basso e facendo salire i meno virtuosi, ha colpito ‘finalmente’
anche la Sanità veneta. Questo ha spinto il governatore luca Zaia e la
sua giunta a creare a Venezia l’Azienda 0, accentratore di potere e
gestore diretto della prima voce di bilancio regionale (la Sanità). Da
lì il taglio delle Ulss da 21 a 9, il livellamento dei servizi e la
riorganizzazione sanitaria su tutto il territorio. Tema che avrebbe
dovuto essere il centro del dibattito ma che, grazie agli interventi di
rappresentanti dell’opposizione scledense e di alcuni rappresentanti dei
sindacati, ha spostato il faro su “quello che non si doveva fare”
invece che su quello che sarà. Da lì botta e risposta politici, fatti di
elogi all’ex sindaco di Schio Luigi Dalla Via e male parole ai 32
sindaci della Ulss 4.
E,
a parte il project financing che diventa una garanzia di ritorno per
gli investitori privati e quindi sarà un puntello di sostegno per
l’ospedale Alto Vicentino, di buono è emerso che diversamente da quanto
avrebbe voluto la regione, rimane il direttore ai Servizi Sociali
(Giovanni Battistella, capogruppo Pd nel consiglio di Schio ha chiesto
che la direzione del reparto fosse mantenuta a Santorso vista
l’eccellenza conclamata nella materia). Alla domanda del sindaco di
Thiene Giovanni Casarotto, sulla riassunzione dei primari di Santorso
che vanno in pensione, nessuna certezza, poiché da ora in avanti le
assunzioni non sono gestite dai Dg locali ma direttamente da Venezia,
che valuterà trimestralmente le proposte dei suoi manager.
Pochi gli interventi dei cittadini, che avendo capito poco
dell’accorpamento delle Ulss, hanno perso il filo del discorso e si sono
accodati alle polemiche politiche tralasciando le domande che per loro
fanno davvero la differenza e che ‘furoreggiano’ al mercato quando si
parla di salute: ‘andremo a curarci a Bassano?’, ‘l’ospedale di Santorso
diventerà un eliporto per lungo degenti?’, ‘ci saranno modifiche per
gli appuntamenti, le visite e gli iterventi?’, ‘si perderanno reparti?’.
E tante altre ancora. Servivano le tipiche domande e risposte ‘da bar’
insomma quelle che, rivoluzioni amministrative, tagli dei fondi e
partiti politici a parte, rappresentano la quotidianità della vita dei
cittadini e che, spesso, per smania di protagonismo di qualche politico
vanitoso, rimangono senza risposte.
Anna Bianchini-altovicentinonline
“Se la notizia della chiusura del Santorso era una bufala,
non è invece un’invenzione la scellerata gestione di questo ospedale
che, invece di garantire vantaggi per l’utenza, pare più un’occasione di
business per i privati”.
Santorso. Ospedale, Guarda all’attacco su ‘mutazione inglese’: ‘Più business che servizio’
A dirlo è la consigliera regionale Cristina Guarda (Gruppo
Alessandra Moretti Presidente), a seguito delle polemiche di questi
giorni sulla falsa notizia del cambio di destinazione d’uso del
nosocomio vicentino.
“La vera notizia – prosegue la consigliera – riguarda in ogni caso
la cessione ad un fondo inglese, EquitixItalia 3 Srl, delle quote nel
Project financing del Santorso, appartenenti alla ditta Mantovani. Un
fatto che fa capire appunto come la gestione di questo ospedale sia
diventato più che un servizio necessario alla popolazione, un business
economico tale da attirare investitori esteri. Il canone del Project
financing del Santorso pesa come un macigno sui bilanci della nuova Ulss
Pedemontana. E la situazione è destinata ad aggravarsi, visto il taglio
di 9 milioni deciso dalla Giunta Zaia per questa Ulss nel riparto del
fondo sanitario regionale: soldi destinati proprio a servizi sanitari.
Dunque, oltre al danno, pure la beffa”.
Secondo
la Consigliera “l’ospedale Alto Vicentino è frutto dell’importante
rinuncia di altri due ospedali, Thiene e Schio. Dopo l’unificazione
delle Ulss, non è stata partorita dalla Giunta alcuna idea su come far
interagire il Santorso con l’ospedale San Bassiano. Un giorno si elogia
quest’ultimo, annunciando l’implemento dei servizi della struttura e,
dopo le lamentele dei cittadini che gravitano attorno al Santorso, per
par condicio, ci si ricorda di fare un comunicato sull’ospedale
dell’Alto Vicentino. È evidente che ci sia una grave carenza di
strategia. Nel corso del 2017, ben 10 direttori di Unità operativa
complessa andranno via dall’ospedale di Santorso, lasciando spazio ai
primari di Bassano”.
Di qui le domande che la consigliera Guarda presenterà nella forma
dell’interrogazione: “Come si vuole qualificare davvero l’ospedale
Santorso? Come si pensa di tutelare le sue funzioni alla luce dei tagli
delle risorse per i servizi? Quali conseguenze porterà il cambio di
guardia tra la Mantovani e la società EquitixItalia?
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